Risolatte senza glutine

Per il periodo in cui ho osservato una dieta gluten-free, fra le altre cose, mi sono fatta un dolcetto per la mattina o come dessert. Niente di che, ma gradevolissimo se è un tipo di dolce al cucchiaio che incontra il vostro gusto, é totalmente senza glutine e senza latte, né derivati.

Eccolo:


Qui avevo frullato un pochino il riso prima di aggiungere la frutta

Per 12 porzioni (l’ho fatto un po’ abbondante perché l’ho porzionato, congelando)

Mi sono ispirata ad una ricetta light per il porridge che partiva con 40 gr di fiocchi di avena e 125 g di acqua per porzione … ma visto l’assorbimento del riso, ho abbondato coi liquidi, aggiungendo 1 lt latte di soia che stazionava in frigo, e sono venute 12 porzioni abbondanti.

320 gr riso (generalmente si fa con riso a chicco corto, meglio il tipo roma o analoghi, ma avevo solo il basmati)
2 lt liquido (mettere tutta acqua se si vuole light oppure 2 lt latte vegetale bio come riso/miglio/sorgo/quinoa/soia o mandorla – oppure miscelare i due liquidi)
90 gr miele biologico
3-4 cucchiaini di polvere di vaniglia naturale (o bacca tagliata coi semini)
scorza di mezzo limone bio
abbondante spolverata di cannella
pizzico di sale a 3 dita (dimenticato)
3 banane
65 gr uvetta secca
130 gr bacche di goji bio

Procedimento

Mettere in ammollo da 2 ore prima il riso nel liquido.
Poi aggiungere la vaniglia, la scorza del limone e il pizzico di sale.
Portare a quasi ebollizione a fuoco dolce e poi abbassare al minimo per 30-45 minuti o fino a completo assorbimento dei liquidi, mescolando spesso.
Se piace più fluido/cremoso aggiungere acqua calda e/o proseguire la cottura. In questo caso aumenterà anche il numero delle porzioni…

A fine cottura, togliere le bucce di limone (e l’eventuale bacca di vaniglia), aggiungere miele, cannella, frutta secca e banane a rondelle.
Una volta a temperatura ambiente, ho porzionato in vasetti dello yogurt recuperati e ho passato un’oretta in frigo e poi ho congelato coprendo con pellicola.

L’idea in più: si potrebbe fare qualche prova utilizzando l’eventuale “okara” residua del latte di riso autoprodotto.

Fonte 16.IX.2015

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