A tutta birra! #StoriaDellaBirra

Le componenti sono naturali e semplici: acqua, malto d’orzo (oppure riso, frumento, segale o mais), lievito e luppolo, che serve ad amareggiare e migliorare la tenuta della schiuma.

Di cosa parlo?
Della birra!

La birra è l’unica bevanda che non ha mai subito sofisticazione alimentare.
In un bicchiere di birra c’è un mondo le cui strade portano molto lontano nel tempo…
Ma come “nasce” la birra?

 

Birra: le origini

Tutto ha inizio dal malto che è l’ingrediente base:

 

i chicchi d’orzo vengono puliti e messi a bagno nell’acqua.
Dopo 2/4 giorni l’orzo viene trasferito in cassoni ad aria condizionata per la germinazione, che dura 5-6 giorni, a una temperatura di 14-16 °C.
Il malto ottenuto viene essiccato in forno per due giorni (le diverse modalità e temperature alle quali si effettua questo processo danno origine a vari tipi di malto e quindi a vari stili di birre).
Il malto viene trasferito dalla malteria alla fabbrica di birra dove avviene la cottura.

Piccoli chicchi d’orzo crescono…

il malto viene macinato, miscelato con acqua calda (in un rapporto di 16 kg di malto per 1 ettolitro di acqua) e portato da 40 a 72 °C in tempi diversi a seconda del tipo di birra che si vuole ottenere.
Poi viene aggiunto il luppolo.


(nella foto germogli di luppolo)

Dopo essere stato bollito, il mosto viene raffreddato e messo a fermentare con i lieviti.
In base al tipo di fermentazione si determinano le due grandi e diverse categorie di birra: quelle ad alta fermentazione e quelle a bassa fermentazione.
Dopo 4-6 settimane la birra è pronta per essere eventualmente filtrata e imbottigliata.

Un po’ di storia…

La nascita del primo “prototipo” di birra risalirebbe alla Mesopotamia del 10000 a.C.
Pensate un po’ i Sumeri ne scoprirono il processo di maltazione e di fermentazione in modo accidentale.
Poi arrivarono i Babilonesi che nel 2000 a.C conquistarono i Sumeri.
Fu in questo periodo che si sentì il bisogno di formalizzarne il processo produttivo.
Così, nel codice di Hammurabi fu inserito un elenco di 20 tipologie di birra con le relative modalità di produzione.

In Egitto, già nel 3000 a.C. si beveva una birra piuttosto forte chiamata heget, fatta con erbe, zenzero, zafferano e ginepro, molto utilizzata in medicina.

La produzione di birra in Egitto continuò anche sotto il dominio di Greci e Romani, che però non comprendevano la passione che questi “barbari” nutrivano per la birra, dato che preferivano di gran lunga bere vino.
La birra era ben diffusa anche nelle aree d’Europa più fredde, in cui le condizioni climatiche non permettevano di coltivare la vite.
Nella cultura norrena la birra acquisì un valore culturale importantissimo:
i guerrieri Vichinghi usavano brindare nei teschi dei nemici uccisi che venivano usati come boccali per la birra, (un’usanza davvero macabra!) al grido di “skal!” derivante dalla parola scole, che significa appunto teschio.

Nel periodo Medievale la bevanda veniva prodotta nei monasteri

ed era molto diffusa in nord Europa e soprattutto tra le classi povere: era un valido sostituto di acqua e latte, che non essendo trattati erano molto spesso veicolo di malattie, in questo periodo si iniziò a utilizzare il luppolo, coltivato come conservante.
Con il caldo la fermentazione era difficile da controllare e s’iniziò a conservare la bevanda in cantine fresche.
Questo faceva sì che il lievito si depositasse sul fondo, rallentando la fermentazione (da qui nasce il termine lager, nome delle birre a bassa fermentazione, che deriva a sua volta dal verbo tedesco lagern, che significa “immagazzinare”).
Questo metodo fu utilizzato fino all’invenzione del freddo artificiale ad opera di Carl Von Linde.
Nel 1872 venne installata la prima macchina per la refrigerazione alla birra Dreher di Trieste e da quel momento anche in Italia fu possibile produrre birra al di fuori dei mesi invernali e si passò dalla birra ad alta fermentazione a quella a bassa fermentazione.
Nel XVIII secolo si inaugurò l’epoca commerciale della birra che con la rivoluzione industriale fu prodotta in larga scala.
Agli inizi del 1900 il 20% della birra era imbottigliato mentre la birra in lattina venne lanciata sul mercato nel 1935 negli Stati Uniti e nel 1936 in Europa.


Una curiosità

Perché le bottiglie di birra sono scure?

Per un preciso scopo: quello di proteggere il suo contenuto,il sapore della birra esposta al sole si altera infatti rapidamente (i raggi Uv danneggiano gli isomuloni, le molecole del luppolo che conferiscono alla bevanda il caratteristico sapore amaro, la reazione produce 1,1-dimetilallil, un radicale libero che può reagire con gli aminoacidi solforati della birra, generando 3-metilbut-2-eno-1-tiolo, composto dall’odore sgradevole di uova marce).

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