#MaschereDiCarnevale: Biscegliese,Giacometta,Spezzaferro, Gioppino

BISCEGLIESE

http://www.centrostudibiscegliese.it/galleria/66/982_big.jpg

 

Questa maschera celebre a Napoli impersona un abitante di Bisceglie, una città pugliese i cui cittadini, con la loro parlata leggermente cantilenante, suscitavano nei napoletani un’irrefrenabile ilarità. Il personaggio era talmente amato che bastava inserire sul manifesto teatrale lo striscione “con Pancrazio il Biscegliese” per assicurare il tutto esaurito. Don Pancrazio Cucuzziello, detto appunto il Biscegliese, incarna il pugliese trapiantato a Napoli, all’epoca capitale del Regno delle Due Sicilie. Laborioso, parsimonioso e schivo nel parlare, egli resta sbalordito dalla vita della grande città, dal lusso e dai costumi poco castigati. Si sfoga con ingenui commenti ed esclamazioni di disapprovazione sul caos, il fracasso e i tumulti cittadini. Guercio e claudicante, Pancrazio rappresenta diversi tipi della vita provinciale: a volte è un mercante oppure un borghese di sostanziosa fortuna e, in qualche caso, un contadino arricchito. In fondo, però, nella sua indole c’è sempre l’avarizia e quell’ingenuità che lo espone facilmente ai raggiri. Indossa un abito di velluto nero con maniche, calze e berretto rossi. Data la sua età e l’andatura incerta, porta sempre con sé un bastone al quale, quasi oppresso, si appoggia faticosamente..

GIACOMETTA

Maschera torinese amata perché vuole rappresentare i valori delle donne piemontesi, Giacometta è la moglie di Gianduja.
I due personaggi sono complementari tra loro: lui distratto e sempre affamato, lei intelligente e coraggiosa. Sembra che i due soggetti videro la luce sotto forma di burattini, poi divennero due maschere del Carnevale e di alcuni generi teatrali. Giacometta rappresenta un modello di donna semplice, ma piena di buon senso. Spesso mette generosamente a disposizione la propria saggezza per aiutare qualcuno che deve risolvere un problema spinoso. Si avvicina al modello teatrale della servetta maliziosa dal carattere forte e gentile al tempo stesso. Il costume della nostra amica prevede una gonna lunga e larga che si ispira agli indumenti folkloristici piemontesi; sopra indossa una camicia e uno scialle. In testa porta un copricapo alto e vistoso che le raccoglie i capelli. I due coniugi, Gianduja e Giacometta, nei giorni di Carnevale distribuiscono dolci e girano in carrozza per far visita a ospedali e ospizi oltre che per ossequiare le autorità cittadine.

SPEZZAFERRO

http://www.atelierdesarts.com/maschere/spezzaferro.jpg

 

La figura del capitano millantatore e vanaglorioso ha numerosi rappresentanti nella Commedia dell’Arte e Spezzaferro è uno di questi. Diventato popolare nei primi anni del ’600, quando in Europa imperversavano le soldatesche spagnole sbeffeggiate dal suo personaggio.
Fu una compagnia di attori italiani a esportare questa maschera a Parigi. Ha baffi appariscenti e porta in testa un cappello a tricorno sormontato da un vistoso e impertinente pennacchio. Di carattere è superbo e minaccia costantemente di massacrare qualcuno ma al minimo accenno d’ira, si ritira di buon grado mostrando la sua natura imbelle e pusillanime. Non ha successo con le donne e il nome roboante, in contrasto col temperamento codardo, contribuisce a creare la comica contraddizione del personaggio.

GIOPPINO

 

http://www.partecipiamo.it/carnevale/immagini/Gioppino.jpg

Gioppino è un simpatico personaggio che compare tra ’800 e ’900 a Bergamo ma è conosciuto anche a Brescia. Il suo soprannome in dialetto è Giopì de Sanga. È un contadino rubicondo e bonaccione ma il suo lavoro non gli va proprio a genio perché deve stancarsi troppo per guadagnare poco, quindi si arrangia tra espedienti e lavoretti occasionali meno faticosi. Anche se i suoi modi di fare e il suo linguaggio sono sempliciotti e grossolani, il nostro amico è di buon cuore. All’occorrenza è lesto di mano ma sempre per difendere i deboli e gli oppressi. Amante del vino e del buon cibo, si dichiara innamoratissimo della moglie Margì. La sua caratteristica principale sono tre grossi gozzi che lui ostenta, non come un difetto fisico, ma come veri e propri gioielli tanto da chiamarli le sue “granate” o “coralli”. Il suo costume prevede calzoni corti, camicia, panciotto e giacchetta rossa. In testa porta un cappello di feltro. Ha sempre con sé un bastone per rimestare la polenta ma non disdegna di usarlo per far intendere le sue buone ragioni. Molto popolare anche nel mondo dei burattini, Gioppino, a volte, assume pure la connotazione negativa di persona furbastra e inaffidabile.


Leggi anche:

Loading

Precedente #MaschereDiCarnevale: RUGANTINO Successivo La nascita di Facebook

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.