Un film maledetto

#Accaddeoggi

venerdì 13 maggio 1994 (22 anni fa)

«Non può piovere per sempre». Non è infrequente che un film venga identificato con una frase significativa pronunciata dal suo protagonista. Quella in questione è qualcosa di più ed è entrata insieme all’opera nel mito della storia del cinema, per il tragico destino dell’attore che la rese immortale.

 

 

 

 

La celebrità acquisita con alcuni film d’azione non aveva del tutto soddisfatto il 28enne Brandon Lee. Il continuo accostamento all’ingombrante figura paterna, il celebre Bruce Lee, e il vedersi offerti ruoli che esaltavano principalmente la sua abilità nelle arti marziali rappresentavano un limite alla sua carriera di attore. La possibilità di scrollarsi di dosso questa immagine stereotipata gli si presentò all’inizio del 1993.

 

In quel periodo lo sconosciuto regista egiziano Alex Proyas era alla ricerca dei protagonisti della sua nuova pellicola, tratta da Il corvo, fumetto underground pubblicato dallo statunitense James O’Barr tra il 1988 e il 1989. Quest’ultimo si era ispirato a una storia vera accaduta a Detroit: una coppia di fidanzati barbaramente uccisa da una banda di malviventi per un anello del valore di 20 dollari. Apprezzato da critica e pubblico (circa 750 mila copie vendute), il fumetto era arrivato nelle mani dei produttori Jeff Most ed Edward Pressman, che lo trovarono avvincente per una trasposizione cinematografica.

Rivisto in alcuni punti rispetto al fumetto, il copione presentava una storia a metà tra la fantascienza e l’horror, con diversi richiami all’omonima poesia di Edgar Allan Poe. Il protagonista Eric Draven (il cognome ha volutamente lo stesso suono fonetico dell’espressione inglese “the raven”, “il corvo”), chitarrista della metal band Hangman’s Joke, rimane vittima insieme alla sua fidanzata Shelley Webster di un feroce assassinio, perpetrato da quattro criminali assoldati dal boss Top Dollar, per portare morte e distruzione in città durante la Notte del diavolo.

 

Ritornato in vita, scortato da un corvo, quale tramite tra il mondo dei vivi e quello dei morti, Eric compie la sua vendetta aiutato da un poliziotto e dalla sua piccola amica Sarah. Dopo il rifiuto di River Phoenix e Christian Slater, la parte del protagonista venne proposta a Brandon Lee, che accettò con entusiasmo. Il 31 marzo 1993, a tre giorni dalla fine delle riprese, accadde l’irreparabile: da una pistola, utilizzata durante una scena, partì un proiettile che colpì all’addome Lee. La corsa all’ospedale e dodici ore di sala operatoria non bastarono a salvargli la vita.

 

 

Il tragico episodio, dovuto al mancato controllo dell’arma da parte dello staff, fu uno choc per il mondo del cinema, che decise in seguito di vietare che le armi venissero puntate sugli attori. Su consenso della compagna di Lee (che avrebbe dovuto sposare alla fine delle riprese), si decise di completare le riprese, per le quali il regista fece ricorso al montaggio digitale e a controfigure. Il 13 maggio dell’anno seguente la pellicola debuttò nelle sale americane, arrivando a incassare in tutto il mondo 170 milioni di dollari.

 

Le atmosfere cupe e gotiche del film ne fecero un cult del genere, grazie anche a una colonna sonora d’autore, firmata da gruppi storici del punk rock, del calibro dei The Cure e dei Joy Division. Lo stesso O’Barr ammise di essere stato ispirato dalla loro musica nella creazione del fumetto.

 

 

 

Scarso successo tra i fan e al botteghino ottennero i tre sequel diretti da tre diversi registi: Il corvo – City of Angel (1996), Il corvo 3 – Salvation (1998) e Il corvo – Preghiera maledetta (2000).

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