E’ un modo di dire molto comune che risale almeno al XIII secolo e fu diffuso nella cultura popolare europea.
Vuol simboleggiare che chi piange ” lacrime di coccodrillo” mostra un falso pentimento, in quanto, prima commette una cattiva azione volutamente e poi finge di pentirsene.
Questo detto popolare nasce da un’antica credenza che descriveva i coccodrilli come divoratori di uomini!
Dopo aver ucciso e mangiato le loro prede essi in forma di pentimento, versavano delle lacrime!
Oppure, in altti casi tali lacrime sono riferite alla femmina di coccodrillo che le versa dopo che ha divorato i suoi piccoli.
Una delle varianti di questa credenza è che la femmina di coccodrillo, dopo la nascita dei suoi piccoli li trasporta in acqua mettendoli in bocca, per proteggerli da eventuali predatori. Durante questa operazione, effettivamrnte, la lacrimazione aumenta di intensità.
Quinfi a tutti gli effetti il coccodrillo “piange” ma per motivi fisiologici: le lacrime hanno infatti lo scopo di ripulire il bulbo oculare e di facilitare il movimento della seconda palpebra che viene utilizzata durante la permanenza in acqua. Inoltre, i coccodrilli, non avendo la sudorazione, espellono attraverso le lacrime i sali che si accumulano nell’organismo. Sulla base di queste ragioni la lacrimazione aumenta quando rimangono a lungo fuori dall’acqua.
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