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Chi sono:Antonio Galdo

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Nella mia vita professionale sono molto fortunato. Ho scritto e lavorato per i più importanti giornali italiani, quasi tutti, e ho avuto tre scuole che mi hanno formato. La prima è stata quella del settimanale Panorama, dove per circa vent’anni sono stato inviato e firma di punta, con inchieste che mi hanno portato in giro per l’Italia e per il mondo. La seconda scuola si chiama Enzo Biagi, con il quale ho collaborato per dieci anni alla realizzazione dei suoi programmi televisivi. La terza è il quotidiano Il Mattino dove ho messo piede, ancora studente universitario (poi mi sono laureato in Economia e Commercio), accolto così dal direttore Orazio Mazzoni: «Non ti aspettare proposte da noi. Cerca tu i fatti, e raccontali. Se ci convincono, li pubblichiamo, altrimenti li infiliamo nel cestino. E non ti sognare di vedere subito la tua firma sul giornale, devi prima crescere…». Dal Mattino non mi sono mai separato, anche quando, tanti anni fa, decisi di lasciare definitivamente Napoli.

Ho realizzato diversi programmi televisivi, da autore e mai come conduttore: per esempio La storia della classe dirigente in Italia per Rai Educational. La radio mi è sempre piaciuta, più della tv, quasi un divertimento, e la risposta a mille curiosità, più che un lavoro. Così mi sono ritrovato a firmare una serie di programmi radiofonici (qualche titolo: I Palazzi del potere, Fabbriche, Vite sprecone) per Radio 2 e Radio 3.

Ho scritto tanti libri, ai lettori l’ardua sentenza se sono serviti e se resteranno. Intanto ecco alcuni titoli: Denaro contante, viaggio nell’Europa dei soldi (Rizzoli); Guai a chi li tocca, l’Italia in ostaggio delle corporazioni (Mondadori); Saranno potenti? Storia e declino della classe dirigente italiana (Sperling & Kupfer); Pietro Ingrao, il compagno disarmato (Sperling & Kupfer); Fabbriche: storie, personaggi e luoghi di una passione italiana (Einaudi); L’egoismo è finito (Einaudi). Con Giuseppe De Rita, altro maestro, ho firmato invece tre libri, tra i quali L’eclissi della borghesia (Laterza).

Ho avuto una breve parentesi di direttore, meno di due anni, quando ho provato a fare del quotidiano L’Indipendente la voce dei moderati rivoluzionari italiani. Purtroppo non ci sono riuscito, ma mi è restato dentro questo sogno: vedere l’Italia finalmente un paese normale, simile ai nostri partner europei, sul piano della rappresentanza politica. E infine da due libri Non Sprecare e Basta Poco, entrambi scritti per Einaudi, ho fatto nascere il sito www.nonsprecare.it. La mia ultima, e forse più appassionante, scommessa professionale.

Fonte:
Fonte: http://www.nonsprecare.it/

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