Potatura del vigneto quando e come fare

Potatura del vigneto quando e come fare. Il tempo di potare il vigneto è sicuramente il periodo invernale, quando la pianta non è in vegetazione. Così quando a primavera che la pianta si sveglia, i tagli si trovano cicatrizzati. La scelta del momento migliore si fa in base al posto in cui il vigneto è situato.

Potatura del vigneto con uva

Se si trova in collina o in alta collina, dove c’è il pericolo di gelate tardive, allora è meglio potare il più tardi possibile, magari fine marzo. Ma se si trova in zone piuttosto miti e temperate anche d’inverno, allora si può potare anche a dicembre. Come potare il vigneto è uno dei maggiori grattacapi del viticoltore. Questo perché esistono vari tipi di potatura, ed ognuno è più o meno adatto ad uno specifico vitigno. Inoltre va tenuto anche conto del risultato che si vuole ottenere. Ad esempio se si vuole una maggiore produzione, si sceglie una potatura adatta allo scopo, magari quella a “Guyot”. Mentre se si preferisce una migliore qualità, bisogna ridurre la quantità, e quindi si opta per il “Cordone speronato.

Potatura del vigneto a Guyot

La potatura a Guyot consiste nel tagliare tutti i tralci superflui della vite e lasciarne solo uno per lato. Questi due tralci vanno scelti prima di cominciare la fare di taglio. Dopo aver individuato i tralci migliori si procede con l’eliminazione di tutto il resto. Come si scelgono i tralci migliori? Innanzitutto devono essere ben posizionati sulla testa della pianta.

Potatura del vigneto a Guyot

Devono stare esattamente uno da un lato e uno dall’altro della vite, secondo la direzione della corda di supporto. Devono essere sani, belli grossi e abbastanza lunghi da coprire metà della distanza tra una pianta e l’altra. La lunghezza ideale è intorno alle 10 gemme per lato, a seconda della varietà e del vitigno. Ad esempio per il Fiano di Avellino docg che è molto vigoroso, si può anche lasciare qualche gemma in più. Inoltre appena sotto al punto in cui partono dalla pianta dovrebbero avere ognuno un altro tralcio che servirà da sperone. Lo scopo di quest’ultimo è quello di assicurare lo sviluppo di nuovi tralci robusti per la potatura dell’anno successivo. Come detto prima, questo tipo di potatura consente una produzione maggiore.

Potatura del vigneto a cordone speronato

Questo tipo di potatura spesso la sceglie chi punta sulla qualità, ma non ha interesse alla quantità. In questo caso è previsto un vecchio cordone che si estende da un solo lato della vite fino a raggiungere quella successiva. Oppure due cordoni più corti che partono da entrambi i lati, arrivando alla metà della distanza tra una vite e l’altra.

Potatura del vigneto a cordone speronato

Questo in genere si fa con uve a bacca bianca come il Fiano di Avellino, la Falanghina, il Greco di Tufo e così via. Su questi cordoni spuntano i tralci fruttiferi che in genere portano due pigne di uva ciascuno. La potatura consiste nel tagliare questi nuovi tralci che spuntano ogni anno, ad una lunghezza tale da contenere tre/cinque gemme. Ogni gemma darà vita ad un nuovo tralcio fruttifero. L’attenzione maggiore è quella di lasciare i speroni alla giusta distanza tra loro. Non devono essere troppo vicini, altrimenti una gran quantità di germogli favoriscono lo sviluppo di malattie fungine dannose.

Diradamento tralci

Per ottenere, in ogni modo, un prodotto di qualità è molto importante togliere i germogli superflui. Questi favoriscono le malattie, sottraggono nutrimento agli altri e affaticano la pianta. Il giusto periodo per questa operazione è quando gli stessi sono ancora teneri, che si staccano con un semplice tocco di mano. Per fare la scelta giusta ci vuole un minimo di esperienza e conoscenza del lavoro da svolgere. I germogli da togliere sono in genere quelli che crescono verso il basso. Tra quelli troppo vicini si toglie il più piccolo e che contiene meno pigne di uva. In ogni modo tutto va eseguito anche in vista della potatura dell’anno successivo. Anche per questo bisogna fare attenzione a lasciare i germogli giusti.

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