Fiano di Avellino Docg – storia di gusto

Fiano di Avellino Docg – storia di gusto

 

Fiano di Avellino DocgIl Fiano di Avellino Docg per molti rappresenta una storia di gusto. Una piacevole storia antica, sorta agli albori del XIII° secolo, con un popolo di origine Ellenica. Il Fiano di Avellino Docg è un vino bianco tra i più conosciuti e pregiati dell’Irpinia. Esso prende il nome dall’omonimo vitigno, denominato dai latini Vitis Apiana, o vite delle api. Questo perché esse sono attratte della dolcezza di queste uve.

Fiano di Avellino Docg – storia di gusto antica

Questo vino dall’origine millenaria era già molto apprezzato nel Medioevo. Le più antiche citazioni del Fiano di Avellino risalgono al XIII secolo e sono attribuite a Federico II di Svevia. All’epoca il vino era trasportato con gli asini, ed egli ordinò tre salme (o tre carichi di asino) di vino Fiano. Un’altra citazione è attribuibile a Carlo d’Angiò, anche lui amante del Fiano di Avellino. Questo è dimostrato dal fatto che fece impiantare una vigna di circa 10 ettari, con ben 16.000 viti di Fiano.

Un accurato studio ampelografico riporta le origini del vitigno al periodo della Magna Grecia. Il Fiano di Avellino Docg allora era già una storia di gusto. Già molto apprezzata dalla popolazione greca e romana e di altre civiltà in cui era conosciuto. Ancora oggi, nella sua chiave moderna di Fiano di Avellino Docg, è conosciuto come uno dei migliori vini bianchi d’Italia. Riconoscimento meritato a motivo della sua straordinaria finezza e struttura.

Fiano di Avellino Docg – storia gusto e territorio

Questo antico vitigno, per la prima volta in territorio Campano,Fiano di Avellino Docg  sembra che fu impiantato a Lapio, un piccolo centro agricolo della Provincia di Avellino. Una bellissima zona collinare dai terreni fertili, di natura argilloso-calcarea. Con un’esposizione unica, un microclima ideale, mite d’estate e intensamente freddo d’inverno. Quì la vigna esprime tutta la sua bontà, dando vita ad un vino unico al mondo, come il Fiano di Avellino Docg.

Queste peculiarità, piuttosto uniche, hanno fatto di Lapio il principale centro di produzione del Fiano di Avellino Docg, da essere definito “Patria del Fiano”. In tempi recenti il Fiano di Avellino Docg fa la sua storia di gusto partendo da questo territorio.

[Che Lapio fosse un importante centro di produzione vinicola lo attesta una nota del 5 novembre del 1592, indirizzata al Capitano di Montefusco. «L’Università ha ottenuto Regio Assenso, su la gabella del vino per far pagare 4 carlini per ogni soma che entra nella terra. Ora molti particolari di Lapio portano il vino, ma non vogliono pagare perché dicono di venderlo al minuto. Il Capitano li costringa al pagamento.» Nel 1642 lo storico Fra’ Scipione Bellabona descrive la zona ed il suo vino nei “Raguagli della città di Avellino]  Fonte Wikipedia

Agli albori del secolo XIX°, la produzione del Fiano di Avellino in questa zona divenne tanto vasta fino a superare il milione di ettolitri. Questo fece sorgere la necessità di trasportare il vino con altri mezzi, non più con gli asini. Per questo fu costruita la prima ferrovia locale, (Avellino-Rocchetta) non a caso chiamata la” ferrovia del vino”.

[La coltivazione del Fiano avviene nei 26 comuni della Provincia di Avellino. Questi sono: Avellino, Lapio, Atripalda, Cesinali, Aiello del Sabato, Santo Stefano del Sole, Sorbo Serpico, Salza Irpina, Parolise, San Potito Ultra, Candida. Manocalzati, Pratola Serra, Montefredane, Grottolella, Capriglia Irpina, Sant’Angelo a Scala, Summonte, Mercogliano, Forino. Contrada, Monteforte Irpino, Ospedaletto d’Alpinolo, Montefalcione, Santa Lucia di Serino e San Michele di Serino]. Fonte Wikipedia

In questi piccoli centri agricoli sono localizzate alcune delle migliori aziende che hanno scritto la storia moderna del Fiano di Avellino Docg. Tra i più importanti ricordiamo Mastroberardino ad Atripalda, Feudi di San Gregorio a Sorbo Serpico e Macchia dei briganti a Montefalcione.

Questo pregiato vino conquistò la Denominazione di Origine Controllata (Doc) già nel 1978. In seguito, nel 2003 le fu riconosciuta la Denominazione d’Origine Controllata e Garantita (Docg)

Fiano di Avellino Docg – storia gusto e caratteristiche

Il disciplinare di produzione del Fiano di Avellino Docg, prevede allevamento a spalliera, con una densità minima di 2500 ceppi per ettaro. La rese non deve superare i 100 quintali per ettaro. Le uve devono essere prodotte esclusivamente nei Comuni approvati dal disciplinare.

Il grado alcolico non può essere inferiore a 11,00%, cosa che lo declasserebbe dalla denominazione Docg. Lo stesso disciplinare prevede l’uso di monovitigno Fiano di Avellino. Oppure un’aggiunta non superiore al 15% di altre uve a bacca bianca, come Greco o Coda di Volpe.

Oggi il Fiano di Avellino Docg è ritenuto uno dei migliori vini della Campania. Un vino robusto che sviluppa morbidezza e spessore, dal colore giallo paglierino. Molto fruttato, dotato di ottima freschezza e sapidità. Presenta una spiccata persistenza, con un finale ad ampio ventaglio che varia dalla pesca gialla alle note di nocciola tostata e frutta secca.

Il Fiano di Avellino Docg è un vino bianco da servire alla temperatura di 10/12 gradi. Accompagna pietanze molto strutturate come i primi piatti di pesce. Zuppe di pesce, spaghetti ai frutti di mare, crostacei alla griglia. Ottimo con formaggi a pasta semidura e stagionati, curioso l’abbinamento con tartufi e funghi porcini. Il Fiano di Avellino Docg esprime sensazioni, profumi e aromi diversi in base alla sua età. Considerando che ha una buona predisposizione alla fermentazione in legno e all’invecchiamento.

Da un punto di vista agronomico il vitigno Fiano di Avellino è capace di adattarsi a condizioni molto diverse. Un vitigno dalla chioma vigorosa, dal grappolo piuttosto spargolo, una buccia resistente, una maturazione ottimale nella seconda/terza decade di ottobre. Si può immettere in commercio già alla primavera successiva, dopo un breve periodo trascorso in bottiglia.