Tutto il necessario per l’allattamento al seno

Il reggiseno

Ci sono reggiseni speciali senza ganci e senza cerniere per rendere l’allattamento più facile; è importante, indipendentemente dal modello da voi scelto, che vi si adatti bene. Un buon reggiseno da allattamento dovrebbe essere preferibilmente di cotone, ampio, con le spalline regolabili per aiutarvi a sostenere i seni e non dovrebbe premere contro i capezzoli, poiché potrebbe provocare il blocco dei condotti del latte. Vi consiglio di comprarne due prima della nascita: se si riveleranno comodi dopo la comparsa del latte, potrete procurarvene altri due.

Le coppette assorbilatte

Nei primi tempi userete molte coppette assorbilatte, dato che bisogna cambiarle ogni volta che si allatta il bambino. Molte madri preferiscono quelle rotonde, che si adattano meglio ai seni. Forse dovrete provarne varie marche, ma spesso le più costose garantiscono maggiore assorbenza e perciò, alla lunga,
possono valere la pena.
Il cuscino ergonornico
I cuscini ergonomici si sistemano intorno al 2irovita della madre sollevando così il bambino a un’altezza perfetta per l’allattamento al seno. Possono essere anche usati per tenere dritto il bambino e sono un eccellente sostegno della schiena dei bambini più grandi che stanno imparando a stare seduti. Se decidete di fare questo tipo d’investimento, sceglietene uno sfoderabile e lavabile in lavatrice.

La crema e lo spray per capezzoli

Servono a curare il seno e ad alleviare i disturbi
provocati dall’allattamento. La causa principale dei dolori, tuttavia, è il cattivo posizionamento del bambino sul petto. Se sentite dolore sia durante che dopo l’allattamento, sarebbe meglio consultare l’ostetrica o il medico curante prima di comprare qualche crema o spray. Non sono consigliabili altre creme o saponi speciali mentre allattate; lavate semplicemente il seno con acqua due volte al giorno e dopo ogni poppata bisognerebbe strofinare i capezzoli con un po’ del latte e lasciarli asciugare all’aria.

Il tiralatte elettrico
Sono convinta che una delle ragioni per cui la maggior parte delle madri che mi consultano riesce ad allattare con successo dipende dal fatto che seguono il mio consiglio di usare il tiralatte elettrico. Nei primi tempi dell’allattamento, quando producete più latte di quanto sia necessario al bambino (soprattutto per la prima poppata del mattino), potete spremerlo dal seno usando uno di questi potenti dispositivi. Il latte così ottenuto può essere conservato in frigo o nel freezer e utilizzato come riserva in seguito durante il giorno, quando sarete stanche e la vostra produzione di latte diminuirà, uno dei motivi principali per cui tanti bambini sono agitati e non vogliono saperne di dormire dopo il bagno serale. Se volete allattare al seno e nello stesso tempo desiderate che il bambino si adatti in fretta alle routine, il tiralatte elettrico è un investimento ideale. Non lasciatevi tentare da uno dei modelli più piccoli manuali, che sono a volte talmente inefficienti da spingere molte donne a non tirarsi più fuori il latte.

I contenitori da freezer

Il latte estratto può essere conservato in frigorifero per ventiquattr’ore oppure in freezer per un mese. Pensati espressamente a questo scopo, i contenitori sterilizzati sono l’ideale per conservare il latte e si trovano in farmacia o nei grandi supermercati, nei reparti per prodotti farmaceutici o in quelli per neonati.

Il biberon

Molti pediatri sono contrari al biberon per i neonati, anche se contenenti latte materno; ritengono, infatti, che crei confusione nel bambino tra capezzolo e tettarella, riducendo così in lui il desiderio di succhiare al seno con un conseguente calo di produzione di latte nella madre e sua rinuncia all’allattamento al seno. A mio parere, la maggior parte delle donne rinuncia ad allattare al seno perché spinta al completo esaurimento dalla «richiesta di alimentazione» anche diverse volte durante la notte; il mio consiglio, quindi, è di dare al bambino un biberon, o di latte materno o di latte artificiale, fin dalla prima settimana e di abituarlo al biberon al massimo entro le prime quattro settimane. Questo può essergli dato, o come ultima poppata della sera o durante la notte, da qualcun altro, in modo che la madre abbia l’opportunità di dormire diverse ore di seguito e maggiori probabilità di gestire serenamente l’allattamento al seno. Non mi è mai capitato che un bambino rifiutasse il seno materno o confondesse il capezzolo con la tettarella, ma questo potrebbe accadere se, nei primi giorni di vita, al neonato fosse offerto più di un biberon al giorno. Altre buone ragioni per abituare il bambino al biberon sono: prima di tutto, la garanzia di un po’ di flessibilità; in secondo luogo, si evita che si presenti in seguito il problema di nutrire con il biberon un bambino abituato a essere allattato esclusivamente al seno; e, in terzo luogo, il papà del bambino ha in questo modo una splendida opportunità per essere più coinvolto.
Ci sono molti tipi di biberon in commercio, ognuno con la pretesa di essere il migliore. Per esperienza, il modello che mi è piaciuto di più è quello a collo largo, una caratteristica che rende più semplice le operazioni di lavaggio e riempimento; ritengo vera, inoltre, l’affermazione pubblicitaria della marca secondo cui la forma della tettarella riduce la quantità di aria che penetra nello stomaco del neonato. Vi suggerisco di iniziare usando una tettarella che lasci passare il latte lentamente, perché incoraggia il bambino a succhiare la tettarella del biberon con la stessa energia con cui succhia il capezzolo.
Fonte:”Il primo anno del mio bambino” di Gina Ford

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