Allattamento materno

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È normale che la prima secrezione sia piuttosto scarsa e che la pratica di allattare, operazione nuova per il neonato, e, se è al primo figlio, anche per la madre, sia eseguita all’inizio con qualche incertezza: nei primi giorni, dunque, occorre un po’ di pazienza, finché il bambino impari a succhiare con calma e la madre prenda confidenza con la tecnica necessaria.
All’inizio il bambino va attaccato al seno ogni tre ore, 3 ore e mezzo circa, e va lasciato succhiare finché egli stesso non si stacca: anche se assume piccole quantità di latte è importante non desistere, la suzione è uno stimolo fondamentale per sollecitare la secrezione mammaria e l’emissione del latte; inoltre provoca nella madre contrazione dell’utero che permettono a questo di ritornare più rapidamente allo stato precedente la gravidanza.
Anche se l’allattamento è una situazione di piacere per il bambino
che si soddisfa e per la mamma che provvede così direttamente ai bisogni del figlio, non dimentichiamo che è un importante impegno. Prima condizione deve essere quella di scelta consapevole, la mamma allatterà quando sarà una sua libera decisione e quando non esisteranno serie controindicazioni.
In alcuni casi, ad esempi, quando l’organismo materno è notevolmente deperito o la madre è affetta da malattie gravi, ad esempio, del cuore e dei reni, è necessario optare per l’allattamento artificiale.
Le malattie infettive e contagiose possono costringere a un allontanamento della madre dal bambino che può essere, nella maggioranza dei casi, di breve o brevissima durata, ma talvolta più prolungato, come nel caso della tubercolosi in fase contagiosa per la quale si pone un problema di convivenza più che di allattamento.
Accanto alle controindicazioni bisogna ricordare le difficoltà legate a particolari malformazioni del capezzolo o ad infezioni della ghiandola mammaria (mastite) o più importanti e particolari situazioni del bambino, quali la prematurità e in genere il peso molto basso alla nascita, il labbro leporino, l’incapacità alla suzione, eccetera.
Mentre le controindicazioni riguardano particolarmente la madre e la tutela della sua salute, le difficoltà iniziali concernono soprattutto bambini, per i quali l’allattamento materno è particolarmente vantaggioso: in queste condizioni si può chiedere alla madre di mantenere la portata lattea, preferibilmente con la spremitura manuale, in attesa che il bambino acquisti la capacità di attaccarsi al seno.
Il medico in ogni caso potrà aiutare la madre, incoraggiandola se si tratta di difficoltà iniziali e sconsigliando l’allattamento se si tratta di controindicazioni vere e proprie.
Secondo requisito importante: la comodità.
L’allattamento richiede un certo tempo, quindi non deve conoscere nè la fretta, nè le posizioni che stancano subito.
I primi giorni la mamma allatterà stando a letto, prima distesa e poi seduta.
In seguito si sistemerà su una sedia comoda, appoggiando i piedi su un panchetto.
Infine, la conoscenza della tecnica più corretta, affinchè entrambi i seni vengano giustamente stimolati e svuotati: se la secrezione di latte è abbondante si attaccherà il bambino ad una sola mammella, se il latte è prodotto in quantità normale o scarsa si dovrà attaccare prima a un seno e poi all’altro con l’avvertenza di alternare nei successivi pasti il lato da cui inizia a succhiare.
Il contenuto di grassi e di proteine nel latte aumenta progressivamente man mano che la mammella viene svuotata, per cui se inizialmente il bambino succhia per soddisfare la fame e la sete, successivamente si accorge che il sapore del latte è sempre più gradevole e persevera nella suzione di un alimento che ha un valore nutritivo progressivamente maggiore.

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