Minestra di cicoria

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La mia cara nonna  diceva che non era festa se non c’era la minestra di cicoria!

 

 

Così ogni ad ogni Natale e ad ogni Pasqua il pranzo iniziava sempre con questa minestra.

Non conosco l’origine di questa tradizione, so soltanto che l’ho ereditata con sommo piacere, e anche per me nei giorni di festa la minestra di cicoria è immancabile.

Però per la nonna esistevano due dogmi riguardo a questa pietanza, cioè la cicoria doveva essere selvatica e la gallina ruspante.

Se veniva meno uno dei due, la minestra non si poteva fare.

Una tradizionale minestra di cicoria per iniziare il pranzo della festa

Per sei o sette persone ci vogliono  2 chili di cicoria selvatica, non quella coltivata, e con molta pazienza si pulisce e si lessa.

Inoltre bisogna procurarsi una gallina possibilmente ruspante e preparare un bel brodo.

Mettete in una pentola abbastanza capiente, la gallina naturalmente eviscerata, privata di zampe e testa e copritela con acqua fredda.

Unite una carota tritata, un ciuffo di prezzemolo, uno di sedano, 100 ml di passata di pomodoro, e infine una cipolla tritata.

Fate cuocere il tutto per un paio di ore a fiamma bassa.

A cottura quasi ultimata aggiungete il sale e assaggiate.

Togliete la gallina che può servire per un secondo o per fare delle polpette tritando la carne.

Filtrate il brodo e aggiungere la cicoria.

Continuate a cuocere per almeno venti minuti.

Questa minestra va servita anche con un poco di sugo (che in foto non c’è) e il formaggio, nella versione originale di mia nonna.

Ma poi a tavola, c’è chi non vuole il formaggio, o chi non vuole il sugo, o chi preferisce la cicoria senza il brodo.

Io accontento tutti, anche perché generalmente è festa, ma considero la versione brodo-cicoria-sugo e formaggio la più buona in assoluto!

Se poi ne avanza un poco, il giorno dopo la scaldo e ci aggiungo qualche pezzetto di pane tostato e lo considero un piatto unico.