Il kaki di Misilmeri, in siciliano “kakì ri Misilmeri”, è un albero da frutto del genere Ebenacee, originario della Cina settentrionale e del Giappone, proprio per queste sue origini viene chiamato anche loto del Giappone. La pianta del kaki è cespugliosa e sempreverde, questa genera un frutto grande quanto una mela, dalla buccia levigata e dalla vivace colorazione arancione denominato in dialetto Kakì in cui viene accentuata la ì, alla francese, o detto anche loto, quest’ultimo etimo si riferisce alla natura del suo fiore. Ha un sapore molto dolce e quando è maturo ha una polpa deliquescente e profumata con un gusto che ricorda molto quello della vaniglia. Contiene un’elevata quantità di vitamina A e di vitamine B1, B2, C e pigmenti flavonici. La pianta del kaki giunse in Europa nel XVI secolo ed inizialmente veniva utilizzata come pianta ornamentale. Nel 1692 il kaki arrivò a Misilmeri quando venne realizzato un orto botanico per mano di Don Francesco Bonanno del Bosco Sandoval (principe della Cattolica e duca di Misilmeri). Per la realizzazione vera e propria del giardino si avvalse dell’aiuto del padre francescano Francesco Cupani da Mirto. Fu proprio quest’ultimo ad introdurre il loto, inizialmente solo per scopi scientifici ed ornamentali. Tra il 1925 e il 1930 il kaki di Misilmeri ha iniziato ad essere coltivato. Il frutto viene raccolto nel mese di ottobre quando la polpa è ancora verdastra, ed i frutti non sono ancora totalmente maturi. Il processo di maturazione avviene all’interno di un cassone coperto detto “casciuni”, questo procedimento è chiamato “ammanzimento” così facendo il kaki perde la sua “allappatura”. Il frutto ancora acerbo matura e la sua buccia passa da un colore giallognolo al colore arancio-mattone che tutti conoscono. Nel mese di Novembre a Misilmeri si svolge una sagra dedicata al kaki. L’obiettivo è quello di promuovere il prodotto locale sia fresco che nella realizzazione di dolci. L’attività promozionale del ‘kaki di Misilmeri’, ha consentito di far conoscere il prodotto a livello sovraregionale e ha favorito la nascita dell’associazione di tutela TU.KA.MI. Il kaki di Misilmeri è stato inserito nello speciale elenco dei prodotti agro-alimentari tipici siciliani (PAT) stilato dal ministero delle politiche agricole e forestali (Mipaaf).
Suggerimenti…
Quando acquistate i kaki sceglieteli sempre con la buccia perfettamente intatta, sodi e maturi al punto giusto. Per il trasporto dal negozio a casa evitate di usare borse, cestini o sacchetti, preferite piuttosto una cassettina dove i kaki possano stare allineati senza schiacciarsi.
Misilmeri (Musulumeri in siciliano), è un comune della provincia di Palermo. E’ un’area vocata alla coltivazione del kaki, coltura che ricopre circa 250 ettari del territorio locale e registra circa 40 mila quintali di produzione annua. L’agro misilmerese è soprattutto specializzato nella coltivazione della cultivar Farmacista Honorati, particolare varietà che presenta l’assenza dell’osso interno del frutto.
Ricetta
Kaki al brandy
Ingredienti per 4 persone
4 bei kaki maturi
4 cucchiai di zucchero
mezzo bicchiere di brandy
Preparazione
Pulite bene i kaki facendo attenzione a non romperli, togliete il “picciuolo” e tagliateli a metà nel senso della lunghezza.
Disponeteli su un piatto da portata rotondo, spolverizzate ogni mezzo kako con lo zucchero e spruzzatelo con un po di brandy.
Mettete in frigo a raffreddare e macerare per almeno un’ora prima di servire.