Wedding in Sicily: tradizioni, usi e costumi.

La Sicilia è la regione più vasta d’Italia, per questo motivo se state pensando di sposarvi lì, non avrete che l’imbarazzo della scelta: molte sono le usanze, ricco il banchetto e variegati i luoghi da scoprire.  Grazie anche al clima mite, la Sicilia è un luogo perfetto per sposarsi, soprattutto nella stagione calda. Perché non approfittare dell’ultima tendenza in fatto di rituali? Sposarsi in spiaggia o in barca; tra sabbie bianche, il meraviglioso verde che la illumina, costoloni rocciosi e mare cristallino, le isole Eolie o le isole Egadi indubbiamente forniscono il panorama romantico per eccellenza. Ma in Sicilia si può trovare anche la location perfetta per un matrimonio sulla neve: in uno chalet alle pendici dell’Etna ad esempio, o nella zona di Piano Battaglia, in provincia di Palermo. E perché non approfittare della miriade di bellezze archeologiche che l’Isola ha da offrire? Non sarebbe bellissimo avere le foto dell’album di matrimonio con il Teatro Antico di Taormina sullo sfondo? E perché non girare per le storiche colonne dei templi di Selinunte, o per i borghi medievali tra i più belli d’Italia o i numerosi parchi e le aree protette del territorio? Sono sempre di più le coppie interessate ad un matrimonio ‘green’; all’insegna non solo del risparmio, ma anche del rispetto dell’ambiente e delle antiche tradizioni dei luoghi. Tradizioni che si notano anche nella gastronomia: ricca, nutriente ma di origini contadine. Il ricevimento di nozze in Sicilia è una tradizione che riassume l’eredità greco-romana dei banchetti: il susseguirsi di tante magnifiche portate, dagli antipasti alle torte e buffet, scandisce un banchetto nuziale lungo e sontuoso. C’è solo l’imbarazzo della scelta, perché in Sicilia non si mangia solo pesce ma anche carne e moltissima verdura: una location che va bene anche per le spose vegane, dunque. Molteplici sono gli usi e costumi che caratterizzano il rito del matrimonio. In Sicilia il matrimonio è ancora un importante giorno, non solo per i festeggiati, ma anche per i convenuti: un’occasione di riunire a sé tutti gli amici e i parenti, in un solo, lungo giorno di abbondanti celebrazioni. Sapevate che nell’Ottocento, il colore dell’abito della sposa non era il bianco? A Terrasini e a Milazzo il vestito era celeste. Diversi sono poi gli usi, che cambiavano di zona in zona. Nell’area di Modica si usava spargere del vino davanti alla casa degli sposi, mentre a Mazara del Vallo, in provincia di Trapani, si era soliti lanciare del frumento sui consorti,al posto dell’ormai comune riso. Nei piccoli centri, era usanza diffusa fino alla fine degli anni ‘80, che gli sposi aprivano per una sera la propria futura abitazione alla visita da parte di tutti, ovvero dagli invitati ai semplici conoscenti. Le luci restavano sempre accese in ogni stanza in segno di festa mentre nella sala più grande veniva allestito “ù lettu dì ziti”, ovvero il letto dei futuri sposi. Il letto sfoggiava lenzuola ricamate e, al centro, un cuscino su cui poggiavano le fedi nuziali. La tradizione aveva lo scopo di creare un luogo alternativo alla sala ricevimento, in cui i regali di nozze potevano, non solo essere consegnati ai futuri sposi con tranquillità, ma anche esibiti sopra un tavolo, con tanto di bigliettino sotto indicante il nome di colui che aveva fatto il regalo. L’occasione era anche un momento conviviale dove si poteva ballare, conversare e gustare qualche dolcetto. Di questa sorta di “premessa” del ricevimento in Sicilia oggi rimane diffusa solo l’usanza di tenere in casa un tavolo con tutti i regali ricevuti in bella mostra per chi, fra amici e parenti, viene a portare un dono personale o scelto in una o più liste nozze. Un’altra tradizione del matrimonio in Sicilia sono i compari d’anello, scelti spesso fra gli amici più cari, che offrono in dono alla coppia le fedi nuziali. Dal giorno del matrimonio essi saranno molto più che testimoni di nozze o carissimi amici: saranno “compari”. A sottolineare la specialità di questo rapporto che si stabilisce, nel linguaggio comune, “compà” è da sempre il modo più affettuoso per due siciliani di chiamarsi. Anche quando non sono mai stati testimoni l’uno delle nozze dell’altro. Molti sono inoltre i proverbi, e i modi di dire legati a questa festa: come “fimmina a diciottànni, o la mariti o la scànni” ovvero se la ragazza ha ormai raggiunto i 18 anni, è ora che si sposi oppure meglio farla fuori; un proverbio che le donne siciliane di oggi ormai non sentiranno più tanto vicino. Forse questi sono più i tempi di: “Lu matrimoniu s’havi a fari o prestu o mai” cioè il matrimonio o presto o mai. E poi ancora, frasi per lo più ironiche come: “Ben maritata è quella sposa che è senza suocera e cognata” o: “Moglie e ronzino, pigliali dal vicino”; altre invece sono volte a valorizzare l’importanza del legame che i due ragazzi si appresteranno a stringere, ma anche del ruolo che, una volta l’uomo, una volta la donna, sono chiamati a investire, come: “Bona terra e buona moglie portano all’uomo benessere” o anche: “Il marito senza affetto è come la casa senza tetto”; sentenze raccolte dalla saggezza popolana, volte anche ad ammonire o a mettere in guardia: “Chi porta la moglie ad ogni festa, certo avrà doglia di testa”, “Marita le figliuole con lor pari per non s’abbian poi a lamentare”, oppure a insegnare: “Moglie superba e marito gridone mai godranno unione”, o il più comune: “Moglie e buoi dei paesi tuoi”. 

 

fedi nuziali foto