“Il sorriso di un Bimbo
in un presepe,
e s’illumina il creato”.
Diceva il poeta Mario Dell’Arco.
Il presepe insieme all’abete decorato è il simbolo della festa del Natale.
È la rievocazione di un’antica storia che ha cambiato il mondo e che a distanza di secoli attrae e incanta i bambini e aiuta gli adulti a recuperare i buoni sentimenti.
Il presepe è ritrovare il ricordo di bambino, quando con il papà si passavano i pomeriggi a costruirlo; quando con cura si conservava ogni cosa per l’anno successivo, stando attenti che nulla si rompesse e senza buttar via niente.
È andare alla ricerca del muschio, delle pietruzze, del sughero per fare i tetti delle case e i ponti; è conservare le scatole vuote delle scarpe per fare le case; è andare alla ricerca di negozietti dove comprare pastori nuovi, soprattutto se qualcuno ha perso un braccio o una gamba, e continuare a comporre, anno dopo anno, un popolo di un paese lontano che cammina su un tappeto di muschio. Perché i pastori non parlano, non camminano, ma sono un mondo che vive, che ci emoziona, ora come quando si era bambini. La scelta dei personaggi avviene con cura, perché nessuno manchi: la Sacra Famiglia, i pastori con le pecore, l’oste e la sua osteria, il ciabattino, la donna incinta, la parrucchiera, il viandante che tende la mano, la fioraia, la donna che prende l’acqua, gli amici che giocano a tombola, la lavandaia e gli angeli che danno l’annuncio.
E la vita di questo villaggio si svolge accanto alle nostre per qualche giorno, fino all’arrivo dei Re Magi, il 6 gennaio, che con i loro dromedari vengono da molto lontano e si fermano davanti alla grotta, attratti dalla Luce che ha illuminato le tenebre del cuore dell’uomo.
Il presepe è un intero paese che fa festa di fronte a un Mistero che, inspiegabilmente, rallegra e accomuna tutti sotto il cielo stellato di Betlemme, fatto di muschio, sughero e colori, che fa sorgere il desiderio di pregare e chiedere conforto a un piccolo Bimbo, il più grande tra gli Uomini.
Nel periodo di Avvento ci impegniamo nei preparativi per i solenni giorni di festa: case, strade, scuole, tutto riempiamo di decori, luci colorate, cappucci rossi, orecchie di renna, calze, ghirlande e ci piace realizzare l’albero più bello. Il centro autentico del Natale, non dimentichiamolo, è l’arrivo di Gesù Bambino, il Salvatore. E non dobbiamo distogliere lo sguardo e il cuore dalla mangiatoia in cui fu riposto.
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