Un incubo ad occhi aperti

Alla fine del 2019 nella città di Wuhan, nella provincia di Hubei, nella Cina centrale, scoppia un’epidemia.
La malattia viene definita “una polmonite sconosciuta”.
All’inizio del 2020 il virus infetta l’Italia del nord che viene  dichiarata  “zona rossa”.
Ne parlano tutti i TG come principale notizia e sul web piovono post allarmanti…E quando si pensa di aver per un attimo staccato la spina della mente da questo incubo allucinante ecco che in tv passa l’ennesimo  avviso inquietante con tutte le norme da seguire per evitare ulteriori contagi…
Purtroppo a nulla servono i blocchi imposti nel nord Italia, anche il sud Italia viene infettato.
Tutti gli ospedali sono stracolmi di contagiati, i più fortunati ce la fanno, gli altri invece…
Medici e personale ospedaliero  lavorano eroicamente  senza sosta pur se consci di un reale e pauroso rischio di contrarre l’ infezione.
Il 9 Marzo 2020 l’ intera italia viene  dichiarata “zona protetta”ed entra in quarantena, in lockdown totale.
Città deserte, tutti a casa in quarantena forzata, niente contatti fisici di alcun tipo, trasmissioni tv senza pubblico.
Si lavora da casa in modalità smart-working, niente scuola, lezioni online.
Tutti gli sport sono sospesi, concerti in live streaming da casa via  social dove risuona l’ hashtag #iorestoacasa. Si esce solo se strettamente necessario ed è obbligatorio indossare una mascherina FFP, (la sigla FFP sta per “filtering face piece”, ovvero maschera filtrante)
per evitare ulteriori contagi.
I giorni passano e
dopo l’Italia anche
L’ Europa è  infetta…
Poi tocca all’America e all’Australia…
E purtroppo, molto velocemente il virus da epidemia diventa  pandemia…( dal greco pân “tutto” e dêmos “popolo”
Epidemia con tendenza a diffondersi rapidamente attraverso vastissimi territori o continenti).
Sembra di essere in un film dell’orrore!
Magari fosse solo un film!
Questa è la cruda, triste e paurosa realtà di questi strani tempi che stiamo vivendo.
E pensare che il colpevole di tutto questo spaventoso susseguirsi di eventi è così piccolo, (pensate è 100 volte più piccolo di un globulo rosso!) che lo si potrebbe schiacciare con uno stivale  e invece ha messo in ginocchio tutto il Nostro Stivale…
E’ il coronavirus.

 

 

Ma cos’è l’epidemia da nuovo coronavirus?

Il nuovo Coronavirus SARS-CoV-2 è un virus respiratorio appartenente alla grande famiglia dei coronavirus (CoV); questi possono rendersi responsabili di diverse patologie di entità variabile: dal comune raffreddore a sindromi respiratorie più serie come la MERS (sindrome respiratoria mediorientale, Middle East respiratory syndrome) e la SARS (sindrome respiratoria acuta grave, Severe acute respiratory syndrome).Il nome è dovuto alla presenza di punte a forma di corona sulla superficie del virus. I coronavirus sono comuni in specie animali come i pipistrelli e i cammelli, ma può accadere che evolvano e infettino l’uomo; questa capacità dei virus presenti nel mondo animale di diventare patogeni per l’uomo si chiama “salto di specie” o spillover. A oggi conosciamo sette tipologie di coronavirus umani, i primi furono identificati a metà degli anni Settanta, mentre gli ultimi sono più recenti (SARS-CoV, 2002; MERS-CoV, 2012), fino al nuovo coronavirus SARS-CoV-2 di questi ultimi mesi.
Questo ceppo di coronavirus è a tutti gli effetti “nuovo” in quanto mai identificato in precedenza nell’uomo. In particolare, SARS-CoV-2 non era mai stato identificato prima della sua segnalazione in Cina, nella città di Wuhan, a dicembre del 2019.
Il virus è stato così chiamato dal “Coronavirus study group” dell’International Committee on Taxonomy of Viruses (la commissione deputata a classificare e a denominare i virus) perché ritenuto “fratello” del virus responsabile della SARS (SARS-CoV).
COVID-19 è il nome della malattia da nuovo coronavirus: “CO” indica corona, “VI” virus, “D” significa disease (malattia in inglese) e 19 si riferisce al 2019, l’anno della sua comparsa.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità circa l’80% delle persone infettate guarisce senza bisogno di particolari cure; in circa una persona su sei la malattia è seria e causa difficoltà respiratorie. Inizialmente  il tasso di mortalità era circa del 2%. Purtroppo però con l’avanzare dei giorni il virus sembra essere mutato in una forma più aggressiva. Probabilmente ci sono più  forme di virus in circolazione. Sono più suscettibili alle forme gravi di COVID-19 i soggetti anziani e i pazienti con malattie pre-esistenti, in particolare diabete e patologie cardiache.

I sintomi del nuovo coronavirus e la diagnosi

L’infezione da nuovo coronavirus può manifestarsi con sintomi lievi come raffreddore, mal di gola, tosse e febbre, o con sintomi più seri come polmonite e difficoltà respiratorie. In alcuni soggetti poi, la presenza del virus non si accompagna né a sintomi né a una condizione di malessere.
Data la somiglianza dei sintomi legati all’infezione da nuovo coronavirus con quelli dell’influenza stagionale, per confermare la diagnosi di COVID-19 è necessario sottoporre il paziente a esami specifici di laboratorio. La diagnosi viene eseguita nei laboratori di riferimento regionale seguendo i protocolli “Real Time PCR” per SARS-CoV-2 stabiliti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Il paziente viene sottoposto a un tampone faringeo: un esame rapido, non invasivo e indolore che prevede, mediante un bastoncino cotonato che viene inserito in bocca, il prelievo di un campione della secrezione a livello della gola (in particolare sulla mucosa della faringe posteriore). Il campione viene poi conservato secondo specifici criteri e analizzato in laboratorio al fine di verificare la presenza del virus.

Cosa fare in caso di dubbi?

Laddove si avvertano difficoltà respiratorie, tosse e febbre è bene:
non recarsi in pronto soccorso o dal medico di famiglia;
indossare una mascherina per proteggere le persone intorno;
chiamare il numero verde 1500, attivo 24 ore su 24, messo a disposizione dal Ministero della Salute, per avere maggiori indicazioni sui comportamenti da seguire.

 

Come si cura la COVID-19?

Non disponiamo ancora di una terapia specifica per la malattia. Il trattamento si basa sui sintomi del paziente tenendo conto del quadro clinico complessivo.
Scienziati e ricercatori sono all’opera per trovare cure e vaccini.
In Italia di cure in cantiere ce ne sono parecchie.
Dal farmaco utilizzato finora per l’artrite reumatoide agli antivirali
fino ad arrivare ad una
combinazione di vecchi farmaci, per esempio quelli anti-Aids, progettati per bloccare l’enzima che permette al virus Hiv di penetrare nelle cellule.
In USA Trump è pronto a comprare per un miliardo di euro l’azienda farmaceutica tedesca CureVac che a Tübingen lavora a un vaccino.
Dall’Olanda
i ricercatori dell’Università di Utrecht stanno studiando una cura che pare possa essere promettente per la possibile efficacia nel trattamento dell’infezione da coronavirus,
usando gli anticorpi già usati contro l’Ebola.
Di vaccini ne stanno sperimentando sia gli israeliani, che gli americani.
Nel frattempo i medici di Wuhan arrivati di rinforzo in Italia hanno portato con sé fra i tanti aiuti anche  medicinali a base di erbe: liquirizia, mentolo, rabarbaro, patchouli, caprifoglio, efedra, forsizia e rodiola.
La rivista Nature in un articolo del 20 febbraio ha elencato tra le terapie possibili anche queste preparazioni informando che la Cina sta partendo con la sperimentazione su 200 pazienti di alcuni preparati , tra cui shuanghuanglian che contiene estratti di frutti secchi di forsizia.

La mano “aggiustatutto”

C’è chi sostiene che questo virus
sia la “mano aggiustatutto…” di una società superficiale ormai senza valori, una società alla deriva e, che questa sarà quindi un’ occasione per rivalutare ciò ch’è davvero importante nella nostra vita, tornando ad apprezzare le piccole cose come il valore di un abbraccio, di una carezza, di un tenero bacio, la bellezza dello stare accanto a qualcuno per il solo piacere di godere della sua compagnia,senza che uno smartphone ci distragga più.
È davvero triste però, a mio avviso,
che ci debba essere un evento cosi drastico e doloroso a rimettere a posto la sregolatezza della nostra società.
Se domani avremo una società migliore l’avremo però pagato a caro prezzo il prezzo di tante vite umane!
Mi chiedo, ma c’è davvero bisogno di un periodo buio per tornare ad apprezzare di nuovo la luce?

Siamo Italiani

Ma nel buio uno spiraglio di luce sembra farsi strada come un timido sorriso sulla bocca di chi è stato triste per troppo tempo…
Perchè, nonostante la paura, noi italiani non ci abbattiamo così facilmente e chi ha la fortuna di  stare bene cerca di sorridere un po’ organizzando dei flashmob
trasformando il balcone di casa in un palcoscenico su cui inscenare un improvvisato concerto insieme ai vicini.
Si,perché la musica è l’unico “ponte” che in questo momento collega tutti i nostri cuori tenendoci stretti in un abbraccio che risuona ovunque.
Nascono sul web pagine satiriche scaccia-paura su cui si gioca  prendendo in giro la situazione surreale che si vive.

 

È un modo per esorcizzare tutto il buio che in questi tempi ci circonda.
Ma si…#andràtuttobene.
Ci rialzeremo anche questa volta!
Siamo italiani, siamo Guerrieri!


Forza dolce Italia ce la faremo!!!

L’ora più buia è quella prima dellalba“.

 

 

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