Tecno-antenati: ecco chi ha ispirato l’hi-tech di oggi

Lo streaming musicale? Esisteva già nel 1906. Il primo smartwatch? Risale a 40 anni fa. E ancora, quando è nato il primo videogioco? Quando abbiamo iniziato a guardare la tv in mobilità? E… l’iPhone ha un patrigno?

 

IL BISNONNO DI SPOTIFY. 100 anni prima di Spotify, Apple Music, Deezer e tutti i servizi di streaming musicale, negli Usa esisteva un servizio di streaming musicale telefonico: il Telharmonium. Inventato da Thaddeus Cahill nel 1901, iniziò a funzionare nel 1906: gli ascoltatori chiamavano un centralino, che li metteva in contatto con una sorta di stazione radio telefonica.

Un organo gigantesco. Tra i suoi fan c’era anche lo scrittore Mark Twain che si spinse fino a Manhattan per scoprire da dove uscisse quella dolce melodia. E si trovò di fronte a una macchina lunga 18 metri, di 200 tonnellate, che occupava un intero piano. Il Telharmonium può essere considerato l’antenato dell’organo elettromeccanico Hammond, ma non fu un grande successo sia come strumento sia come sistema di filodiffusione della musica e nel 1916 venne dismesso definitivamente.

 

 

IL PROZIO DEGLI SMARTWATCH. L’idea di un orologio intelligente, in grado di fare altre cose oltre a mostrarci l’ora esatta non è nuovissima. Nel 1977, HP produsse il primo smartwatch della storia: l’HP-01.
28 tasti. Rispetto a quelli di oggi, non riusciva a fare telefonate, inviare messaggi o collegarsi a Internet. Si limitava a timer, cronometro, calendario, promemoria, sveglia, calcolatrice, e pianificatore quotidiano.
Due anni dopo la sua introduzione, l’HP-01 andò fuori produzione a causa delle scarse vendite. Il prezzo tra i 650 e i 750 dollari non lo aveva aiutato a sfondare.

 

 

IL PRIMO COMPUTER PORTATILE. Oggi che un laptop raramente supera il kilo, fa sorridere l’idea che un tempo consideravamo portatile un computer come l’Osborne 1: pesava ben 11 kg. Inventato da Adam Osborne e commercializzato nel 1981, aveva la tastiera staccabile, due unità disco e un monitor da 5 pollici. E costava ben 1.795 dollari. Eppure fu un grande successo: se ne vendettero diverse migliaia di unità in meno di un anno.
Errore madornale. Osborne fece però l’errore di anticipare l’uscita di un nuovo computer senza riuscire a metterlo sul mercato in breve, col risultato che molti annullarono l’ordine dell’Osborne 1, in attesa della nuova versione. Risultato: l’azienda ebbe enormi problemi finanziari, vittima di quello che oggi è ancora noto come “Effetto Osborne”, la cui lezione si può sintetizzare in “mai annunciare un prodotto nuovo prima del tempo, se ne hai un altro sul mercato”.

 

GLI ANTENATI DEI VIDEOGAME. Nel 1950, la costruzione di un laboratorio nucleare a New York suscitò comprensibili preoccupazioni tra gli abitanti della Grande Mela. Così gli scienziati organizzarono una “Giornata dei visitatori” al laboratorio e il fisico William Higinbotham pensò di creare un gioco per rendere l’esperienza più divertente. Collegò uno schermo CRT a un vecchio computer analogico e a due joystick di fortuna e chiamò il gioco “Tennis for Two”. Si giocava in due e lo scopo era lanciarsi una pallina rudimentale fatta di bit.
Banale? Un gioco molto semplice, eppure fu un successo e centinaia di persone fecero la fila solo per giocare un minuto (ciascuno). Peccato che Higinbotham non brevettò la sua idea e il suo ping pong virtuale fu dimenticato fino al 1970, quando altri ebbero “la stessa” idea.

 

LA MADRE DI TUTTE LE FOTOCAMERE DIGITALI. Nel 1975, un ingegnere della Kodak, Steven Sasson, inventò la prima fotocamera digitale: un po’ ingombrante, con una risoluzione “scadente” di 0,01 megapixel, usava un registratore digitale al posto della scheda di memoria e ci volevano 23 secondi per elaborare una singola foto (che poteva essere visualizzata solo su un dispositivo ad hoc).
L’inizio della fine. Eppure si trattava di un’innovazione di non poco conto, visto che poteva fare a meno della stampa. E forse fu proprio quello il suo limite agli occhi di Kodak: una fotocamere digitale avrebbe potuto incidere in negativo sulle vendite di pellicole fotografiche…

 

GUARDARE LA TV LONTANO DALLA TV. Nel 1982 la Sony lanciò il primo televisore “tascabile”, progettato per guardare la televisione lontano dal salotto di casa. Il Watchman, questo il suo nome, pesava 650 grammi e aveva uno schermo in bianco e nero da 5 centimetri, il sintonizzatore AM / FM, e la capacità di captare i canali televisivi VHF e UHF.
3 ore di autonomia. Le batterie non erano ricaricabili e garantivano solo tre ore di funzionamento ininterrotto. Senza streaming né schermo touch però, perché… non erano ancora stati inventati. I tv portatili Watchman ebbero un discreto successo e la Sony li aggiornò fino al 1998, quando uscì uno degli ultimi modelli della serie: l’ FDL-22.

 

IL PATRIGNO DELL’IPHONE. Gli appassionati di storia della Apple conoscono bene il Newton o MessagePad con cui, nel 1993, l’azienda di Steve Jobs gettò le basi per quello che un giorno sarebbe diventato il suo forte: l’iPhone. Il Newton era un PDA (Personal Digital Assistant) o palmare, con la capacità di memorizzare la scrittura di un utente, grazie a pennino e touchscreen, e poi di leggerla.
Archeologia informatica. Newton era dotato di programmi (antesignani delle App) che gli permettevano anche di integrarsi al Mac . Costava non poco: tra 799 e 999 dollari. La sua stella brillò solo 5 anni, ma i suoi fan resistono ancora oggi. E c’è persino chi continua a sviluppare programmi per usarlo!
Guarda anche: 15 cellulari che hanno fatto la storia (fino all’avvento degli Smartphone).

 

Fonte: focus.it

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