Il topless non è un’invenzione recente, ma piuttosto la riscoperta di antiche usanze diventate poi oltraggiosi tabù a partire dall’epoca Vittoriana che ,col prevalere dello stile di vita puritano, condannava qualunque esibizionismo e atto anche velatamente civettuolo.
Nato come protesta contro una morale sessista e patriarcale, il topless moderno fu ideato dallo stilista austriaco Rudi Gernreich, che progettò il primo costume da bagno che prevedeva di coprire solo le zone intime attraverso uno slip a vita alta, il Monokini.
La creazione fu accompagnata da una scia di scandalo e quando la spogliarellista Carol Doda lo indossò al night club Condor di San Francisco due settimane dopo il suo debutto, scatenò una tendenza di go-go dance in topless che si sarebbe poi trasformata negli strip club di oggi.
Qualche anno dopo, fu Brigitte Bardot a mostrarsi in topless durante una sua vacanza estiva, aprendo la strada alle altre dive e donne che desideravano scoprirsi.
A partire dagli anni ‘60 prima Yves Saint Laurent(che nel 1969 presentò una delle collezioni più sensuali ed esplicite di sempre) seguito poi da Paco Rabanne, Thierry Mugler,e in seguito i designer Tom Ford, John Galliano, Jean Paul Gaultier, Vivienne Westwood, hanno cercato di giocare negli anni, un ruolo essenziale nel caricare di valore uno smaliziato atto di trasgressione.
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