La “fumata bianca”

Come mai quando si elegge il Papa si fa la fumata bianca?

 


Durante il conclave, l’assemblea che elegge il nuovo pontefice, i cardinali votano i candidati con apposite schede che, una volta scrutinate, vengono bruciate per assicurare la segretezza del voto.
Quando non si raggiunge un accordo, nella stufa vengono aggiunti paglia e trucioli umidi: il fumo che esce dal camino della Cappella Sistina è dunque denso e scuro;

 

se invece un candidato ottiene la maggioranza dei voti, vengono bruciate soltanto le schede e il fumo è chiaro. Il colore del fumo serve così ad annunciare ai fedeli in attesa l’esito della votazione, dal momento che l’annuncio ufficiale avviene molto dopo l’avvenuta elezione, circa un’ora.

 

“Chiuso a chiave”
L’uso del conclave, il luogo chiuso a chiave (cum-clave) dove si riuniscono i cardinali, risale all’elezione di Onorio III, avvenuta a Perugia nel 1216: i Perugini, stanchi di aspettare le decisioni dei cardinali, pensarono di rinchiuderli obbligandoli così a una rapida decisione.

 


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