La festa dei nonni e degli angeli custodi

Perché il 2 ottobre si celebra la festa dei nonni? E che cosa c’entrano gli angeli custodi? E a proposito: gli angeli esistono in tutte le culture del mondo?

La festa dei nonni che si celebra oggi, 2 ottobre, è una ricorrenza recente di cui non esiste una vera e propria tradizione. In Italia ha soltanto 10 anni (venne introdotta nel 2005 per legge, per celebrare “l’importanza del ruolo svolto dai nonni all’interno delle famiglie e della società in generale”). Negli Stati Uniti viene festeggiata dal 1978, la prima domenica di settembre; in Spagna e Portogallo cade il 26 luglio; in Francia a marzo; mentre in Polonia si festeggiano solo le nonne (e il 21 gennaio). Ma ha un senso, perché i nonni hanno un’importanza sempre maggiore nella società moderna.
Che i nonni rappresentino un vero tesoro per nipoti e figli è tanto vero quanto evidente, ma il tempo, le coccole, i giochi e anche i vizi che donano agli altri quanto possono valere in soldoni?
La risposta arriva dall’IRES, l’istituto di ricerche economiche e sociali della CGIL: nell’indagine Il capitale sociale degli anziani (2010) stima che dei quasi 7 milioni di nonni italiani ben 6 milioni si prendono cura dei propri nipoti, per un valore economico che si aggira intorno ai 18 miliardi di euro l’anno, pari all’1,2% del PIL (Prodotto Interno Lordo).
E anche se le coccole non hanno prezzo, l’aiuto dei nonni innesca una spirale di economie positive, permettendo alle mamme di riprendere il lavoro e alle famiglie di risparmiare i costi di strutture private e baby sitter a cui affidare i bambini, per un valore compreso tra i 496 milioni e gli 1,3 miliardi di euro. Un motivo in più per festeggiare questi nonni così importanti nella vita di chi ha la fortuna di averli vicino così come nella società, ma non solo oggi, festa dei nonni: tutti i giorni dell’anno.


Ma perché si festeggia il 2 ottobre? Perché nel calendario liturgico cattolico, il 2 ottobre è la festa degli Angeli Custodi.

CHI SONO GLI ANGELI?

La storia degli angeli, dal greco ánghelos, inviato, messaggero, intermediari tra gli uomini e la divinità, è presente in molte culture e religioni. Gli angeli figurano già in alcune culture precristiane: nel mito persiano, per esempio, esistono Isfendar, angelo tutelare della castità femminile e della pace in famiglia, e i cinque Farvar, che si pongono a fianco dell’uomo e lo proteggono dal nemico. Per gli Assiri e i Babilonesi il dio Anu aveva al proprio servizio esseri chiamati sukkal (che significava messaggeri). Tra i Babilonesi troviamo tra gli altri, Papsukal e Gibil, entrambi con l’incarico di messaggeri della volontà divina. Alcuni storici ritengono che il periodo passato in esilio dagli Ebrei a Babilonia (VI secolo a.C.) sia stato decisivo per acquisire nella loro cultura gli esseri angelici. Per esempio, i grifoni alati mesopotamici vengono ritenuti i prototipi dei Cherubini biblici. Grande influenza avrebbe avuto anche la religione persiana di Zoroastro, profeta del dio supremo Ahura-Mazda, che aveva generato 7 entità chiamate amesha spenta (immortali benefici). Queste collaborarono alla creazione del mondo e intervenendo noi nelle sue vicende, proprio come gli Arcangeli dei cristiani. Questa religione monoteista prevedeva, 600 anni prima di Cristo, anche figure simili agli angeli custodi, le fravashi. Erano “doppi” spirituali di ogni individuo, preesistenti alla nascita delle persone e permanenti dopo la loro morte. Lo zoroastrismo, che influenzò il filosofo ebreo Filone d’Alessandria, ha ispirato anche la “teosofia”, nata nell’Ottocento per collegare la scienza, il positivismo occidentale, al misticismo orientale. Per esempio, con la definizione di “corpo astrale”, un doppio spirituale che esisterebbe fuori dal nostro corpo in un’altra dimensione. Figure di tipo angelico erano presenti anche nell’antica Grecia: la protettrice di Achille, Athena, si comportava da messaggera alata, così come Ermes con un altro suo protetto,Ulisse. Nella religione tibetana, gli angeli possono essere sia di sesso maschile sia femminile, mentre in quella cristiana si discute spesso del sesso degli angeli (tanto da diventare un modo di dire). Nella religione ebraica gli angeli (“malak”), creati da Dio nel secondo giorno, hanno il compito di onorare Dio e di presentare la sua volontà agli uomini; tre arcangeli (Michele, Gabriele e Raffaele) hanno la funzione di guida. Attorno a loro gravitano miriadi di angeli i cui nomi terminano tutti in -el, cioè Dio. Il filosofo Platone si riferiva a mediatori fra il cielo e la Terra, come Eros. Aristotele parlava di creature di puro spirito non soggette alle passioni umane, ma capaci di rendere possibile il movimento dell’universo. I cori angelici danteschi del Medioevo e le principali gerarchie derivano da questa visione aristotelica. Nell’Islam sono previsti tre tipi di creature alate: gli angeli, con funzioni simili a quelle previste dall’ebraismo e dal cristianesimo, i jinn, che possono essere ostili o benevoli per l’uomo, e i diavoli. Gli angeli custodi “arrivarono” solo dopo la Controriforma, in risposta ai protestanti che avevano relegato le schiere angeliche al ruolo di semplici comparse. Ma che si creda o no agli angeli, l’argomento resta serio. Per dirla col celebre psicanalista Carl Jung, 4.000 anni di fede in queste creature eteree hanno creato una “verità” depositata in un grande serbatoio chiamato “inconscio collettivo” (in pratica una visione del mondo comune a tutti e acquisita quasi inconsapevolmente), e gli angeli sono importanti “archetipi culturali”, cioè punti di riferimento del nostro modo di pensare, sia per chi crede sia per chi non li riconosce.

 

 

Non c’è neanche tanto da stupirsi se un biologo evoluzionista come Rupert Sheldrake, crede in loro, anche se in un modo moderno: secondo lui sarebbero i codificatori della “forma” non solo dell’uomo, ma di tutte le specie della Terra. In pratica, i custodi dell’“idea” di Dna.

 

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