In natura, siamo abituati alla colonna sonora degli insetti: grilli, cicale, api… Ma com’era questo sottofondo ai tempi dei dinosauri?
Forse si sentivano richiami come quello del
Prophalangopsis
obscura: un suono basso, non dissimile dal frinire dei grilli…
Lo afferma Charlie Woodrow dell’University of Lincoln (Uk) ch’è riuscito a “ridare la voce” a quest’insetto giurassico.
Di questo insetto si conosce solo un maschio portato dall’India nell’800 e conservato al Natural History Museum di Londra.
“Produce il suo richiamo in modo simile al grilli e ai tettigonidi”
(altri insetti che “cantano” per attirare le femmine)
“con le ali anteriori:
il bordo indurito di un’ala sfrega su una fila di piccoli denti lungo l’altra ala”
La “magia” è stata possibile grazie ad
“una scansione delle ali dell’esemplare. Analizzati l’anatomia e altri fattori, un computer ha ricavato il suono: conoscendolo, si potrebbe rilevare la presenza dell’animale dove pensiamo viva ancora, in Tibet”
Charlie Woodrow
Oggi P. obscura è tra i pochi rappresentanti moderni del Prophalangopsidae, (i paleoinsetti sonori diffusi nel Giurassico) e, come anatomia delle ali è molto vicino ai suoi parenti fossilli. Quindi, probabilmente, al tempo dei dinosauri si sentivano suoni simili a questo…
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