Il nome dato a questo seme trae in inganno, perché a causa del suo aspetto che ricorda il garofano viene chiamato chiodo di garofano.
In realtà, è una droga, è nient’altro che il bocciolo essiccato della Eugenia caryophyllata, un albero sempreverde, diffusissimo in Oriente e arrivato in Occidente nel XVIII secolo.
La composizione del chiodo di garofano è caratterizzata dalla predominanza di un propenilfenolo: l’eugenolo. Esso è presente nella quantità dell’80% nell’olio essenziale ed è proprio questo componente a dare alla spezia i particolari aromi e fragranze.
L’eugenolo ha proprietà antisettiche e anestetiche. Nel chiodo di garofano è presente anche un componente antinfiammatorio naturale; inoltre, stimola la circolazione sanguigna, aiuta a vincere la spossatezza, il mal di testa e la perdita di memoria; è digestivo e tonificante; altra virtù è quella di essere un potente antiossidante naturale, infatti, combatte l’azione dei radicali liberi.
Il chiodo di garofano viene utilizzato in cucina per aromatizzare dolci, frutta cotta, panpepati, biscotti, creme, liquori e vini aromatizzati, come il vin brulé.
Si aggiunge alla carne, alle minestre, agli stufati.
Ottimo anche per profumare e aromatizzare tè e infusi.
Il profumo del chiodo di garofano è intenso, pungente e fruttato, ingrediente molto usato negli oli essenziali per preparare profumi.
Se si mette in un sacchetto nell’armadio, servirà a tenere lontane le tarme, mentre in una ciotolina nella dispensa, allontanerà le farfalline del cibo.
Nel linguaggio delle piante, il chiodo di garofano è considerato il simbolo vegetale dei chiodi che vennero usati per la crocifissione di Gesù Cristo.
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