Alla ricerca del segreto di lunga vita

Pronti a superare
i 115 anni?
La vita umana potrebbe
allungarsi  ancora, andando
ben oltre il limite massimo
dei 115 anni previsto da molti
esperti. A lanciare questa
ipotesi sono due biologi
della McGill University di
Montreal, in Canada, che
sulla rivista Nature hanno portato
come prova una nuova
analisi statistica dei dati
relativi ai super-centenari
raccolti dal 1968 a oggi tra
Giappone, Francia, Stati Uniti
e Gran Bretagna. Secondo i
ricercatori non ci sarebbero prove  dell’esistenza di un limite
massimo per la durata della
vita umana, anzi:
estendendo  le linee che indicano le
tendenze, emergerebbe che la vita media e quella massima
potrebbero continuare ad
aumentare nel prossimo futuro.

 

 

Il “magico”  DNA dei sardi

 

 

Il segreto per invertire la rotta potrebbe
nascondersi, anche fra i rovi di mirto e i nuraghi, dove medici e ricercatori stanno
stringendo il cerchio attorno ai fattori
genetici e ambientali che rendono i sardi
tra i più longevi al mondo.
Sembrerebbe che studiare i sardi, e soprattutto
i loro centenari, permettebbe di avere una
marcia in più rispetto alle solite ricerche
sull’invecchiamento condotte su cellule e topi di laboratorio.
Sono stati  raccolti dati su
oltre 3.500 centenari, viventi e deceduti,
arrivando perfino a documentare casi
record come quello di un tale signor Giovanni Deiana che a cavallo tra ‘700 e ‘800 arrivò a spegnere ben 124 candeline.
Era in cosi
buone condizioni di salute da sposarsi in
seconde nozze a oltre cent’anni!

 

 

Tra cartelle cliniche ed esami biologici, gli esperti valutano
moltissimi fattori che potrebbero influire
sulla longevità dei sardi: dai batteri del
pecorino, che abbassano il colesterolo
proteggendo il cuore, fino alla lunghezza dei telomeri, quella sorta di cappucci
che proteggono le estremità dei
cromosomi durante la divisione delle cellule. Il
loro progressivo accorciamento, infatti, è
strettamente legato alle malattie dell’invecchiamento, come dimostrano anche
gli studi condotti  dell’Istituto Firc di
oncologia molecolare (Ifom) di Milano e
dall’Istituto di genetica molecolare del
Cnr di Pavia, che al momento studiano diverse strategie anti invecchiamento che puntano ad allungare i telomeri del DNA potenziando l’attività dell’enzima telomerasi che li ripara. Inizialmente
si è provato ad aumentare la produzione di telomerasi nella cellula, ma questa idea si è rivelata molto pericolosa  perché rischia di rendere le cellule immortali   favorendone la trasformazione tumorale.
Per minimizzare questo rischio oggi si stanno sperimentando nuove molecole
che agiscono in maniera pù soft, stimolando l’attività delle telomerasi già naturalmente presenti nelle cellule.

 

 

L’Elisir di lunga vita?!

 

 

L’ elisir di giovinezza esisterebbe per davvero e si chiamerebbe  rapamicina!
Essa è  l’antibiotico naturale prodotto da un batterio scoperto nell’Isola di Pasqua
(Rapa Nui, da cui deriva il nome della
molecola). La rapamicina avrebbe infatti dimostrato
di allungare la vita nei topi, ma, essendo
un immunosoppressore, non può essere assunta per lungo tempo. Per questo
motivo si stanno sviluppando nuove molecole analoghe che possano rallentare
l’invecchiamento senza impattare cosi duramente sul sistema immunitario.

 

 

 

Imprevisti ed errori, in fondo, sono il
pane quotidiano nella ricerca. Anche in
quella anti-invecchiamento. Basti pensare all’abbaglio preso con il resveratrolo,
famoso composto antiossidante presente nella buccia dell’uva e nel vino rosso.
Agli inizi degli anni Duemila, degli
studi alimentarono grandi speranze
su questa molecola, tanto da convincere
un colosso della farmaceutica ad acquisire la sua piccola azienda biotech: dopo poco tempo, però, iniziò a diffondersi un certo scetticismo sulla robustezza di quegli studi.

 

 

Ora il resveratrolo
gode di una discreta fama come principio attivo antirughe ed è ormai relegato
in creme e sieri per ringiovanire la pelle.

 

 

Anche la restrizione calorica si è dimostrata efficace
negli esperimenti sugli animali e ora si stanno avviando i primi test sull’uomo
per il trattamento di specifiche condizioni di salute.

 

 

Ma non c’è niente da fare.
Per quanto gli scienziati di tutto il mondo cerchino di
combatterlo, l’inveccamento non potrà mai essere sconfitto e ne conseguirebbe che
vivere per sempre è matematicamente impossibile!!!
A  pronunciare
questa sentenza senz’ appello sono i numeri di un’equazione matematica,
pubblicata sulla rivista dell’Accademia americana di scienze (Pnas) da un gruppo di ricerca.
Con il passare del tempo, infatti, nel postro organismo avvengono due fenomeni opposti: da un lato
ci sono cellule che rallentano e iniziano a perdere le loro funzioni, causando
l’invecchiamento, mentre dall’altro ci sono cellule che aumentano la loro attività, finendo
per generare tumori.
La matematica dimostra che è impossibile risolvere entrambi
i problemi in un colpo solo: anche facendo una selezione delle cellule perché si finirebbe per
eliminare le une lasciando campo libero alle altre.

 

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