– La caccia alla scorza di parmigiano nel minestrone. E’ una vecchia usanza ligure (come il bicchiere di vino rosso nel piatto…che sconsiglio, ma potete sempre provare). Se non volete fare il passato (che pare sia una delle poche cose che mangiano gli uomini) perché priva l’intestino di fibre, mettete da parte le scorze del formaggio parmigiano (potete provare anche con altri, ma non so dirvi il gusto) e al momento di preparare il minestrone grattate via, la parte esterna, facendo molto attenzione a non tagliarvi e scaldate un pò la scorza affinché si ammorbidisca per poi tagliarla a dadini che verserete nella pentola a metà cottura. Occhio che non si attacchino al fondo. Arricchite il più possibile la minestra con un cucchiaio di pesto, un pò di concentrato di pomodoro, curcuma, ovviamente un pò d’aglio (uso quello in polvere, molto più digeribile), aggiungo anche le alghe secche perché è l’unico modo per camuffarle, l’artemisia,il peperoncino di cayenna, il rosmarino e la salvia freschi, un pò d’olio buono e il sale grosso dell’Himalaya. Se amate le erbe come me, potete aumentare le proprietà benefiche della minestra facendone in qualche modo una grande tisana curativa. In Russia aggiungono l’aneto e devo dire che nella giusta misura è squisita. E…potrete addirittura aggiungere il riso integrale!
– Mangiare l’insalata per gustare il condimento. Vedo che in Italia il massimo del condimento è l’aceto balsamico, con olio e sale. Buonissimo l’aceto balsamico, ma non basta per spingere un uomo a mangiare l’insalata. Basta dare una consistenza cremosa con un condimento a base di yogurt che personalmente arricchisco con: un pizzico di senape, aceto di mele, sale, olio, semi di girasole, erba cipollina (anche secca), un pochino di formaggio grattugiato e a volte anche una spolverata di rafano in polvere. E’ una delle versioni “sane” dei diversi condimenti d’oltreoceano che trovate nei supermercati. Sperimentate, mescolate, questa è la ricetta che invoglia l’uomo che ho a casa, ma forse il vostro amerà anche un pizzico di salsa di soia o il dragoncello.
-Ragù di verdure. Ho sposato l’unico catanese che non ama la pasta alla Norma perché non sopporta le melanzane nella pasta. Mangiatela a Catania…è fantastica! Per non rinunciare a questa bontà, faccio il ragù di melanzane “light”. Taglio le melanzane a dadini, due al massimo, le faccio bollire qualche minuto, le scolo bene e finisco la cottura nel pomodoro, assieme all’origano, peperoncino, aglio in polvere e tutti gli amici che lo hanno assaggiato me lo richiedono! Uso un procedimento simile con i peperoni che neppure io digerisco. Li taglio a pezzi abbastanza grandi e li cuocio assieme al pomodoro, per rafforzare il gusto in questo caso uso la paprika e a fine cottura tolgo i pezzi di peperone che hanno generosamente ceduto il loro gusto squisito al sugo! Faccio allo stesso modo il pollo ai peperoni.
-Ovviamente saltare le verdure in padella le rende gustose, ma aggiungere qualche ingrediente in più evita la frustrazione di vedere il marito che si fa un panino per cena. Quando le bietole sono ben calde in padella, aggiungete due uova, lasciando il tuorlo ancora morbido al punto di poterci inzuppare il pane. Anche le bietole spariranno. Creare una crosticina col formaggio grattugiato in un’altra padella e adagiarla sugli spinaci è un altro modo per avvicinare i nostri amati al mondo vegetale.
-Ci vuole pazienza, amore e dedizione per cercare di nutrire bene i nostri famigliari e a volte l’unica chance, è la versione dolce, oltre al fritto ovviamente. La verdura più odiata da queste parti è la zucca. Ogni tanto rimedio facendo la Pumpkin Pie, la torta di zucca dolce americana. Troverete la ricetta nel mio blog.
Chissà se capiscono quanto li amiamo quando ci scervelliamo per nutrirli…Me lo chiedo ogni volta quando mi metto a sbucciare la frutta