Anche le Nonne sapevano come sfamare in due minuti mariti, figli, nipoti e il sapore delle loro ricette non aveva nulla a che fare con i chesseburgers di oggi. Inizio dai classici di mia Nonna. L’ova co’ a pummarola. Un tempo “a pummarola”, il sughetto semplice a base di pomodoro, avanzava sempre. Oggi ci dicono che le solanacee (pomodori, peperoni, patate etc..) vanno cotti e mangiati subito perché altrimenti il tasso di solanina aumenta troppo e ci fa male. Mio Nonna invece lasciava sempre mezza tazza di pommarola nel frigo ed è vissuta ben 95 anni! Comunque possiamo ottemperare benissimo aprendo una latta di salsa e metterne un pochino in un padellino con un filo d’olio. Il pomodoro infatti andrebbe cotto pochissimo per conservare la sua fragranza e le sue proprietà nutritive. Allora pronti: padellino subito sul fuoco, aprire la latta di pomodori, versarne un pochino, aggiungere un filo d’olio, un pizzico di sale e girare. Nel frattempo tagliare una bella fetta di scamorza (affumicata è meglio) e adagiarla sul sughetto. Mentre prendete un uovo dal frigo, girate la scamorza affinché si sciolga bene e subito dopo rompetelo sopra la scamorza. Il tempo di cottura dell’uovo permetterà al resto di arrivare al punto perfetto! PRONTO! Una bella fetta di pane e la fame se ne va, lasciando il posto a un godimento sublime.
C’era anche la versione light , a base di quelle magnifiche friselle difficili da trovare oggi, integrali e grandi quanto il fondo di un piatto! Si metteva su un pochino d’acqua in un pentolino, si salava e a bollore raggiunto si buttava l’uovo. L’acqua deve essere appena sufficiente per riempire un piatto fondo (ovviamente se volete farlo per più persone, aggiustate la dose). A cottura ultimata si versava tutto nel piatto, sopra la frisella e si aggiungeva un filo d’olio e una grattata di pepe….SEMBRA banale, ma provate per credere. Da altre NONNE ho imparato un dolce, che in versione più modesta,un tempo era la colazione di chi lavorava, in Lunigiana e in Garfagnana. Farina di castagne e latte nel tegame, raggiunto il bollore, era pronto. Oggi aggiungiamo zucchero, cacao, uvetta e altre ghiottonerie.Il più classico, spesso associato alla condizione di povertà dei pensionati, la tazza di latte col pane raffermo per cena. Sì, c’era molta povertà e purtroppo sta tornando a grandi passi, ma la tazza di latte serale era anche un’escamotage per non sbattersi dietro ai fornelli, cercando di mettere assieme le erbette e quel poco d’altro che c’era e un’astuzia notevole, perché il latte ha effetti calmanti che aiutano a riposare meglio…I gusti semplici, ma buoni di un tempo.