Unguento da olio di alloro

Sabato scorso – dopo aver girovagato per lungo e per largo in tutto il web e aver preso spunto da diversi forum(a) su come poter fare, ho iniziato l’avventura del tentativo di estrazione a caldo delle drupe di Laurus Nobilis (alloro) che una gentile signora mi ha procurato.

L’estrazione a freddo non si può fare, perché ho letto che l’interno dei semi – che verrebbe schiacciato col metodo tradizionale – conterrebbe delle sostanze tossiche (probabilmente per questi motivi, in Italia la vendita di tale olio è illegale; io ne ho comprato tranquillamente presso il sito francese Aroma-Zone)

Erano 1 Kg. e 900 grammi in tutto, fra le prime che mi regalò 3 settimane fa (200 grammi, tenute in frigo) e le ultime, arrivate successivamente.

Ho prima lavato le drupe, ma un etto circa è venuto a galla e le ho eliminate (curiosa le ho controllate e in effetti il seme interno era tutto essiccato).

Con il grosso del quantitativo (Kg. 1,800) mi sono regolata così:

– in tarda serata ho messo le drupe in acqua fredda, fino ad ebollizione, in un grosso pentolone di acciaio.

– iniziato a bollire, ho abbassato al minimo il gas, ho semi-coperto la pentola e ho lasciato aperta la finestra in cucina.

– l’ebollizione è proseguita impercettibile fino al mattino dopo (forse 6-7 ore), quando ho cominciato a prelevare con un cucchiaio tutto ciò che in superficie somigliasse vagamente a olio.

– per facilitarmi il compito ho adagiato un tovagliolo bianco sopra al pelo dell’acqua, all’interno della pentola, a mo’ di separatore, in modo di evitare di raccogliere col cucchiaio anche i pezzetti delle bacche.

– tutto ciò che raccoglievo l’ho messo in bicchierini di plastica, ho fatto freddare e poi ho messo in congelatore.

– una volta congelata l’acqua sottostante il velo di unto che si era formato nella parte superiore di ogni bicchierino, ho cercato di prelevare l’olio raschiando con un coltellino.

– visto che insieme all’olio ho sicuramente raschiato anche del liquido e questo non credo che si sia tolto bene dalla piccola massa ricavata, non ho voluto rischiare e ho aggiunto del conservante (cosgard).

– Ho invasettato i preziosi 25 grammi circa di unguento aggiungendo quindi 4 gtt di cosgard per la conservazione e 4 gtt di tocoferolo per evitare eventualli irrancidimenti..

Lo sto conservando comunque in frigo.

E’ veramente pochino, ma lo trovo bellissimo e ha un odore che mi piace molto…
Spero proprio come che si riesca a trovare un modo migliore per estrarre questo olio/unguento, prezioso – fra le altre cose (antidolorifico, anticomedoni) – per poter produrre il famoso Sapone di Aleppo (utilizzato anche per le 3 biofasi di pulizia viso e sembra anche per la psoriasi).

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Per chi, sensibile ai problemi ambientali, non vuole/può autoprodurre, ma vuol continuare ad acquistare cosmetici o prodotti vari per la casa e la persona, un piccolo consiglio è quello di consultare il famigerato INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients).
Qui sotto due siti dei quali mi avvalgo per la consultazione:

– ewg.org/skindeep/
– biodizionario.it

Quindi, attenzione ai numeri e ai colori degli scores (equivalenti di un semaforo dal verde, al giallo, al rosso, dove naturalmente il verde è il migliore) e all’ordine di inserimento delle varie sostanze nel prodotto (più sostanze con inci verde troverete ai primi posti, meglio sarà; come per gli alimenti, gli ingredienti scritti per primi sono contenuti in dosi maggiori!).

Fonte 20.XI.2013

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