- 2 radicchi
- Bacche di ginepro
- Paprika dolce
- 1 cucchiaino di sale
- 1 cucchiaio di zucchero
- Timo
- Erba cipollina
- Olio evo
- 1 bicchiere di birra chiara
- 1 spicchio d’aglio
Come prima cosa, lavate e pulite accuratamente il radicchio. Lasciatelo riposare in acqua fredda con un cucchiaio di bicarbonato per un quarto d’ora, risciacquatelo e tagliatelo in pezzi grossi.
Fate un brodo con circa mezzo litro di acqua, la birra, lo spicchio d’aglio pelato e disanimato, le bacche di ginepro, un po’ di timo ed erba cipollina, zucchero e sale, ed una presa di paprika dolce. Portate ad ebollizione e lasciate andare a fiamma minima per 5 minuti, tenendo coperta la padella. Tuffate il radicchio nel brodo e lasciatelo ammosciare.
Lasciate cuocere per circa 15 minuti, scoperto ma a fiamma bassa. Spegnete il fuoco e lasciate il radicchio a freddarsi spontaneamente nello scolapasta. A questo punto potete mettere tutto nel robot da cucina, frullare accuratamente e aggiungete un filo d’olio, fino a quando la consistenza non sia quella desiderata.
Io lo lascio molto concentrato, in modo da poterlo utilizzare in molti modi. Aggiustate di sale e imbarattolate, coprendo con un sottile strato di olio così da conservarsi a lungo!
Ricordate i 3 ingredienti che spurgano l’amarognolo delle coste di radicchio:
- La birra è l’elemento fondamentale: per un veneto, è impensabile cuocere il radicchio al naturale, senza sfumarlo. Per una volta, lasciate da parte il vino bianco e dateci dentro con una buona birra chiara!
- Lo zucchero. In cottura, aggiungete un cucchiaino di zucchero e poi aggiustate di sale. Migliora anche la qualità di cottura.
- La paprika dolce dà, oltre alla dolcezza, una sfumatura al gusto del radicchio unica nel suo genere. Questa è una chicca alla Floriana!