pitta ‘nchiusa o pitta ‘mpigliata calabrese

Durante le festività natalizie nella mia famiglia oltre ai dolci della tradizione ligure si gusta la pitta ‘nchiusa un dolce calabrese preparato dalla mamma di mia cognata.

Durante gli anni mi è stato spiegato come prepararla, e quest’anno l’ho voluta fotografare per poterla descrivere a voi.

Sul web troverete altre ricette della pitta ‘nchiusa, tutte un po’ diverse tra loro, questo è dovuto al fatto che si tratta di un dolce tramandato da madre a figlie di generazione in generazione, con l’esperienza diretta.

Quasi sempre nel passato gli ingredienti venivano dosati a occhio, la bilancia era poco usata, e il dolce si arricchiva e  si aromatizzava personalizzandolo con frutta secca, spezie e liquori a seconda dei gusti della famiglia.

La pitta ‘nchiusa o pitta ‘mpigliata pare nasca nel 1700 come dolce nuziale, era la stessa sposa  a doverlo preparare, e veniva servito su un centrino fatto all’uncinetto, questo riferisce un documento notarile di San Giovanni in Fiore, risalente al 1728.

Oggi è diventato il dolce delle feste, preparato soprattutto nel periodo natalizio ma anche nel periodo pasquale.

  • DifficoltàMedia
  • CostoMedio
  • Tempo di preparazione1 Ora
  • Tempo di riposo1 Ora
  • Tempo di cottura40 Minuti
  • Porzioni1 pitta ‘nchiusa
  • Metodo di cotturaForno
  • CucinaItaliana
  • StagionalitàNatale

Ingredienti

per l’impasto:

500 g Farina 00
50 g Zucchero
100 ml Olio extravergine d’oliva
100 ml Vino bianco
50 ml Acqua
1 pizzico Cannella in polvere
1 pizzico Chiodi di garofano (tritati)
scorzette di agrumi

per il ripieno:

250 g Noci
250 g Uvetta
1 cucchiaino Chiodi di garofano (tritati)
1 cucchiaino Cannella in polvere
1 cucchiaio Zucchero
1 bicchierino liquore dolce
1 cucchiaio Olio extravergine d’oliva

Strumenti

1 Setaccio
1 Spianatoia
1 Pentolino
Pellicole per alimenti
1 Ciotolina
1 Mixer
1 Mattarello
1 Pennello
1 Teglia diam. 26-28 cm.
Carta forno
1 Rotella dentellata
1 Macchina per pasta tipo imperia facoltativa
Alluminio

Preparazione

Setacciare la farina, unire lo zucchero e il sale, mescolare tutto e disporre a fontana sul tavolo di lavoro.

Fare scaldare il vino in un pentolino, aromatizzare con la cannella in polvere, i chiodi di garofano tritati e qualche scorzetta di agrumi e lasciare sobbollire per qualche minuto.

Lasciare raffreddare e unire l’olio.

Aggiungere i liquidi alla farina e cominciare ad impastare unendo acqua tiepida all’occorrenza.

Una volta ottenuto un impasto morbido ed elastico formare tre pagnotte: le  “pittedde”.

Avvolgerle in pellicola trasparente e lasciare riposare per almeno un’ora in un luogo asciutto.

Nel frattempo mettere in ammollo l’uvetta in un po’ di liquore dolce o semplicemente nell’acqua.

Sgusciare e tritare le noci e metterle da parte.

Stendere un terzo della pasta con il mattarello in modo da formare un disco dello spessore di pochi millimetri e avente il diametro di qualche centimetro più grande del diametro della teglia che si vuole utilizzare (consigliata una teglia di 26-28 cm. di diametro).

Rivestire una teglia con carta forno e inserirvi all’interno la pasta.

Spennellare la superficie con olio, e spolverare con una parte del trito di chiodi di garofano, cannella e zucchero.

Stendere il resto dell’impasto, raggiungere sempre  uno spessore di pochi millimetri (per comodità si può utilizzare anche la macchinetta per fare la pasta).

Tagliare con una rotella (va bene sia quella dei ravioli o quella della pizza) delle strisce lunghe 30 cm circa e larghe 7 cm.

Spennellare nuovamente la superficie con olio e distribuirvi il restante trito di chiodi di garofano e cannella, quindi unire le noci tritate e l’uvetta ben strizzata.

Chiudere le strisce a libro dal lato corto.

Formare dei rotolini e disporne uno al centro della teglia con il lato aperto rivolto in alto.

Aggiungere gli altri rotolini tutti intorno in modo che rimangano molto ravvicinati tra loro.

Risvoltare i bordi della pasta di fondo per racchiudere il tutto.

Coprire la pitta ‘nchiusa con un foglio di alluminio e infornare in forno prescaldato a 180° C, modalità statica, per 40 minuti circa o finché non risulta dorata e croccante.

Togliere il foglio di alluminio negli ultimi 10-15 minuti.

Sfornare e lasciare raffreddare.

Conservazione della pitta ‘nchiusa

La pitta ‘nchiusa si conserva bene per qualche settimana chiusa con pellicola per alimenti e riposta in luogo fresco.

Idee e varianti

E’ possibile lasciare più spazio tra i rotolini di pasta e dopo la cottura, una volta raffreddato il tutto, aggiungere, negli spazi vuoti, gelato o crema pasticcera.

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Pubblicato da Gineprina Cucina

Mi chiamo Daniela, Gineprina è solo un nome di fantasia e più avanti vi spiegherò il perché di questo nome. Vivo a Genova, la mia città natale, amo la mia Liguria, con il suo mare e le sue colline e amo cucinare e gustare i piatti della tradizione ligure. Sono un architetto che di mestiere fa di tutto fuorché l’architetto, precaria a vita ho per fortuna mille passioni e interessi, fra queste anche quella di cucinare e raccogliere ricette che mi ispirano, per poi sperimentarle.

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