Questa versione della paella leggermente rivisitata da mia sorella Paola, di qui il nome Paella alla Paola, e uno dei suoi cavalli di battaglia è talmente squisita che è impossibile non fare il bis!
Ingredienti:
- 1 kg di riso,
- 300 g di calamari,
- 500 g di cozze,
- 300 g di scampi o gamberoni,
- 2 bistecche di maiale con l’osso,
- 3 sovracosce di pollo,
- 3 peperoni,
- 2 bustine di zafferano,
- 1 bicchiere di vino bianco secco,
- 3 l di brodo,
- 1 cipolla grande,
- 2 spicchi d’aglio,
- olio di oliva,
- sale,
- pepe.
Preparazione:
- Tagliare i peperoni il pollo e il maiale a dadini, pulire le cozze, pulire e tagliare i calamari, incidere sul dorso i crostacei ed eliminare l’intestino (quella striscia nera).
In una grande padella far soffriggere la cipolla tritata in un bel goccio d’olio, aggiungere i peperoni e dopo qualche minuto la carne, salare e lasciar cuocere a fiamma media.
In un’altra pentola far scaldare l’olio con lo spicchio d’aglio, versarvi le cozze e lasciarle cuocere con un coperchio per una decina di minuti a fiamma bassa. Eliminare l’aglio. Sgusciare le cozze, rimetterle nel loro sughetto e tenere in caldo.
In un’altra padella scaldare l’olio con l’altro spicchio d’aglio e farvi cuocere i calamari e i crostacei, salare, a metà cottura sfumare con il vino e completare la cottura, senza far asciugare il sughetto.
Versare, nella padella con i peperoni e la carne, il riso, mescolare e aggiungere i calamari e i crostacei con il loro sughetto, far assorbire e unire anche le cozze con il loro liquido.
Quando si sarà assorbito anche il sughetto delle cozze, coprire il riso con il brodo, farlo assorbire tutto prima di aggiungere l’altro e proseguire in questo modo finché il riso sarà cotto. A cottura quasi ultimata, versare in un angolo lo zafferano, farlo sciogliere con un cucchiaio o una forchetta e dare una bella mescolata.
- Far riposare la paella alla Paola qualche minuto prima si servirla, anche perché è talmente buona che, non resistendo, rischierete di ustionarvi tutto il cavo orale! Il pepe in genere ognuno lo spolvera sul proprio piatto, perché non tutti lo preferiscono.