TARALLI

Dal Sud Italia, la ricetta tradizionale per preparare i croccanti bocconcini di pane ad anello.

INGREDIENTI:
Per 4 persone
500 g di farina
1 dl di vino bianco
12 cl d’Olio Extra Vergine d’Oliva
10 g di sale
3 Cucchiai d’acqua

Ponete in un recipiente la farina a fontana; versate al centro il vino bianco, l’olio extravergine di oliva e il sale. Iniziate a mescolare e poi aggiungete l’acqua a poco a poco, fino a raggiungere la consistenza ottimale per l’impasto. La quantità di acqua necessaria dipenderà dalla qualità di farina utilizzata.
Trasferite l’impasto su un piano di lavoro o un tagliere e continuate a impastare, fino a quando l’impasto sarà sufficientemente sodo e liscio (né troppo morbido, né troppo duro).

Coprite l’impasto con pellicola per alimenti e lasciatelo riposare per circa 15 minuti.
Trascorso il tempo di riposo, potete iniziare a dare forma ai vostri taralli.

Prelevate un pezzo di impasto e iniziate a farlo rotolare con le mani sul piano, per ricavarne un lungo cilindro. Nel frattempo mantenete il resto dell’impasto coperto con la pellicola per alimenti.
Ritagliate il cilindro ottenuto in pezzetti più corti (di circa 4/5 cm) e avvicinate le due estremità per dargli la tipica forma ad anello dei taralli; sigillate le due estremità con una leggera pressione delle dita.
Proseguite con un altro pezzo di impasto, fino ad esaurirlo completamente.
Per velocizzare questa preparazione, potete preparare prima tutti i cilindretti di pasta, e poi dar loro la forma ad anello.

Quando avrete preparato tutti taralli, gettateli delicatamente in acqua bollente. Scolateli con una schiumarola non appena riemergeranno dall’acqua. Basteranno pochi istanti.

Disponeteli i taralli su una placca da forno antiaderente (oppure su una teglia precedentemente unta o ricoperta di carta da forno). Poneteli in forno a cuocere per circa 30 minuti a 185° C.

I taralli possono essere serviti come sostitutivo del pane, per accompagnare un aperitivo o come salutare snack.

STORIE NEL PIATTO
Prodotto da forno realizzato con ingredienti semplici, il tarallo affonda le sue radici nelle zone meridionali dell’Italia, e in particolare nelle aree più povere. Sembra, infatti, che i fornai abbiano ideato queste croccanti prelibatezze per sfruttare anche gli scarti delle pagnotte pronte per il forno. Impastati brevemente, eventualmente con l’aggiunta di spezie, vino o strutto, e cotti poi nel forno, divennero presto un cibo in grado di saziare in modo particolare le persone più povere, a poco prezzo.

Oggi i taralli, lungi dall’essere solo un sostituto del pane, sono veri e propri stuzzichini croccanti perfetti per un aperitivo o uno snack leggero.
Se ne trovano in molteplici varianti, più grandi (quelli napoletani, ad esempio) o piccoli (i tarallini pugliesi), salati oppure dolci.

L’etimologia della parola tarallo è quanto mai incerta: forse deriva dal greco daratos (“sorta di pane”), forse dal latino torrere (“Abbrustolire”) o dal francese antico danal (pane rotondo). Secondo altri ancora deriverebbe dall’italico tar, che significa “avvolgere”.

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