Zuppa Montanara. Il bello della Campania è che c’è mare e montagna e si possono gustare tanti piatti, uno è la zuppa montanara, una ricetta della tradizione!
Eccola a voi
Zuppa montanara
A Cesinali, a pochi km. da Avellino c’è un simpatico agriturismo gestito dal signor Mattia e sua moglie Rosalia, ha un nome molto particolare: “La candina del nonno ” si si avete letto bene, “candina ” con la “d “! Qui si può gustare la zuppa Montanara, un piatto tipicamente autunnale, di antica tradizione.
Vediamo come si fa?
Ingredienti per 4 persone :
150 gr. di ceci lessati
200 gr. di porcini
una manciata di castagne arrostite
sale
rosmarino
un filo d’olio extra vergine di oliva
un pizzico di peperoncino
lagane (pasta fresca):
100 gr. di farina di castagne
200 gr. farina00
130 ml. d’acqua
Questa zuppa montanara è un piatto bello corposo di antica tradizione; si chiama così perchè una volta veniva preparato dai contadini di Serino che si recavano in montagna per la raccolta delle castagne. Stando tutto il giorno fuori utilizzavano i prodotti che potevano trovare facilmente nei boschi e portavano da casa solo un po’ di legumi, o fagioli o ceci e del pane raffermo. La preparazione era estremamente semplice: si mettevano a cuocere insieme i legumi con un bel po’ di funghi e di castagne raccolti sul posto (le castagne ovviamente andavano prima arrostite sulla brace improvvisata). Una volta cotta la zuppa, veniva servita nelle ciotole dove prima era stato collocato il pane raffermo.
Oggi la ricetta è stata rivisitata; in un tegame si rosolano con un filo d’olio, qualche ago di rosmarino e uno spicchio d’aglio per qualche minuto i ceci pre lessati schiacciandone una parte per ottenere un risultato cremoso, e si uniscono i funghi anch’essi già rosolati in padella sempre con aglio e olio e le castagne precedentemente arrostite per dare ulteriore sapore affumicato alla zuppa. Si continua la cottura finchè il tutto si insaporisce. A parte va lessata la pasta fresca tagliata tipo maltagliati nell’acqua di cottura dei ceci. Si cola la pasta e si versa poi nella zuppa e si fa andare ancora per cinque minuti aggiungendo un mestolo di acqua della pasta. Dopo aver spento si fa riposare per circa 5′ per renderla ”azzeccosa”, si aggiunge un po’ di peperoncino ed è pronta da servire in tavola.
Se non volete fare la pasta fresca l’alternativa è il pane raffermo sul fondo della ciotola.
Immaginate di essere nei boschi tutti imbacuccati intorno al fuoco a gustare questa delizia?
O forse preferite accomodarvi nell’agriturismo del Sign. Mattia e sua moglie Rosalia?
Decidete voi, io l’ho consumata a casa con mio marito…divina con un buon bicchiere di Aglianico
questa zuppa deve essere una bomba di bontà,ci sono tutti ingredienti che adoro.
Ciao Tiziana!
Grazieeeee è davvero buona, hai ragione…le cose semplici vincono sempre!!!
Un abbraccio
Maria
ps come mai non posso entrare nel tuo blog?
Una zuppa buonisima e originale
Ti ringrazio Pippo, sei gentilissimo!!!
Qui trovi sempre cose diverse…torna pure!
Ciao
Maria
sono molto molto curiosa di provarla!!!!
Ciao Giuliaaaaaaaaa, approfitta allora che ci sono ancora castagne e porcini!
Quando ero piccola anche mia mamma preparava una zuppa di castagne, probabilmente di origine appenninica. Ma era roba da veri poveri ed è andata in disuso. Peccato, ero troppo scema per prestare attenzione alle sue ricette e lei non aveva un blog.
Hai ragione Simona, non abbiamo colto l opportunità di far tesoro delle cose semplici e genuine preparate da chi spesso ha sofferto la fame… eppure se ci pensi stavano meglio di noi che mangiamo in continuazione…ma non è mai troppo tardi, vero?
Allora era un cibo ”povero” ma oggi fra castagne e porcini è diventato un pranzo costoso…pensa un po’…