Danubio coi Friarielli. Vi siete chiesti perchè il danubio si chiama così? Ci sono almeno tre storie tutte riconducibili al famoso fiume, volete conoscerle?
Danubio coi Friarielli
Anch’io mi sono chiesta tante volte il perchè di questo nome e cercando, fra l’altro, ho trovato questo: .
La prima spiegazione molto romantica è che ha l’aspetto delle onde increspate del Danubio, la seconda che Mario Scaturchio sostiene che sia stato inventato da una sua zia di origini austriache e la terza che Ferdinando I di Napoli sposò Maria Carolina di origini austriache e in quel periodo in Austria si faceva un dolce simile chiamato buchteln
Inutile dirvi che a me è piaciuta la storia romantica delle onde increspate del Danubio, e a voi? Intanto eccovi la mia ricetta.
Ingredienti:
300 gr. di farina0
100 gr. di manitoba Lo conte
100 gr. di pasta madre rinfrescata e usata al top della lievitazione
1 cucchiaino di zucchero
250 ml. di acqua
60 gr. di tuorli
120 gr. di burro
8 gr. di sale
Ripieno:
friarielli, (un tipo di cime di rapa)
provola affumicata
olio extra vergine di oliva
uno spicchio d’aglio
Inoltre semi di sesamo
uovo per spennellare
Procedimento:
La mia pasta madre ben lievitata
Se non l’avete potete usare 3 grammi di lievito di birra impastato con 70 gr. di manitoba e 30 gr. qb di acqua e fate lievitare e lo usate al posto della pasta madre.
Ho messo la foglia nell’impastatrice e ho versato quasi tutta l’acqua e ci ho spezzettato dentro la pasta madre e ho azionato al minimo e fatta sciogliere insieme a un cucchiaino di zucchero; poi ho unito le farine dapprima setacciate insieme tenendone da parte due cucchiai per la fine, quando dopo qualche minuto si è ben impastato e ho notato che cominciava a filare perchè si stava formando la maglia glutinica,allora ho aumentato a uno la velocità e ho unito un tuorlo alla volta lasciando assorbire bene fra l’uno e l’altro unendo di tanto in tanto una spolveratina della farina messa da parte.
Dopo i tuorli ho unito il burro freddo a pezzettini uno alla volta,aumentando a due la velocità,infine ho unito il sale distribuendolo su tutto l’impasto e le ultime gocce d’acqua conservate,ho spento un attimo per scaravoltare l’impasto e mettere il gancio, e ho aumentato ancora fino a quattro la velocità facendo incordare per bene così che ha fatto un bel velo, il tutto per circa venti minuti e ho fermato la macchina per ribaltare ancora una volta l’impasto che si presentava lucido e setoso.
Ho fatto la prova velo con le mani bagnate allargando l’impasto così che è diventato trasparente come quando fate il palloncino con la gomma masticante, tutto ok, prova velo riuscita ma se così non fosse occorre lavorare ancora un po’ aumentando la velocità.
Ho messo l’impasto in una ciotola chiusa e fatto riposare a temperatura ambiente per tutta la notte. Non ho messo in frigo come al solito perchè fa molto freddo.
Questo procedimento del riposo in frigo è utile perchè così l’impasto matura ed è più saporito e soffice.
La mattina dopo ho ripreso l’impasto e senza reimpastare l’ho appiattito su un foglio di cartaforno in forma quadrata e tagliato a cubi tutti uguali così non ho perso tempo a pesare le palline che ho farcito con i friarielli precedentemente ripassati in padella con aglio e olio e intiepiditi e un pezzetto di provola. Ho chiuso formando le palline e messe a lievitare in teglia a cerniera con il fondo rivestito di carta da forno, un po’ distanziate le une dalle altre. Il tempo di lievitazione è variabile perchè coi lieviti naturali ci vuole pazienza, col lievito di birra invece lieviterà molto prima.Quando si è gonfiato per bene raddoppiando di volume l’ho spennellato con un uovo sbattuto e spolverato coi semi di sesamo e infornato in forno preriscaldato prima al massimo ma abbassando a 200° in entrata per circa 45 – 50 minuti. Se vedete che si colora troppo coprite con stagnola o carta da forno.
E’ lievitato tanto anche in forno come vedete dalle foto!
Il profumino mi ha avvertita dall’avvenuta cottura , l’abbiamo gustato caldo caldo…mmmmmmmmmmmh
Naturalmente il ripieno può essere diverso e addirittura ogni pallina può avere un ripieno diverso nello stesso danubio; la sua forma a bocconcini si presta molto a essere messo a centrotavola e ogni commensale si serve da solo sbocconcellando e cercando di indovinare il ripieno magari mentre si gioca a carte o si conversa piacevolmente…
Che dire?
E’ brioscioso e soffice… profumato…buonissimoooooooooooo
che meraviglia,con questo ripieno semplice e delizioso… :-PP
Bravissima cara,è perfetto!! <3
Ti confesso che ho dovuto regalarne subito più di metà appena sfornato non perchè io sia debole ma la tentazione è troppo forte ihihihihihi
grazieeeeeeee 😉