Appetitoso frutto del diavolo! L’articolo su VPocket

Appetitoso frutto del diavolo

Non sempre è necessario un aspetto gradevole. Non sempre sono obbligatorie nobili origini. Non sempre conta il consenso popolare (ai tempi non esistevano i social network). La storia è costellata di esempi. Anche in ambito culinario. Ma chi l’avrebbe mai detto che questo sgraziato “frutto del diavolo” avrebbe avuto tanto successo diventando addirittura la protagonista di moltissimi signature dish di grandi Chef stellati?

 

Monalisa, Agata, Lady Rosetta, Arsy, Cherie, Liseta. Sono i nomi delle ultime fidanzate del tronista di turno? Acqua. Hanno origini cilene e peruviane e molta voglia di farsi notare nel resto del mondo? Fuochino. Hanno sedotto un re? Fuoco. Ma quanti pregiudizi hanno dovuto abbattere e quanta acqua è passata sotto i ponti prima di averla vinta! Monalisa & amiche infatti, altro non sono che alcune (pochissime invero) delle migliaia di varietà di patate presenti nel mondo. E che cosa c’entrano con un re? Blumirtillo (https://blog.cookaround.com/blumirtillo/) food blog amante delle patate ha fatto una ricerca nella rete. Dopo la scoperta dell’America, i conquistadores portarono i tuberi nella vecchia Europa ma il loro appeal venne del tutto snobbato: per due secoli le patate vennero destinate esclusivamente ad animali, schiavi e prigionieri. La patata era il cibo del diavolo perché veniva dalla terra e nasceva sporca. Accadde però, si narra, che lo speziale Antoine Augustin Parmentier fece cambiare idea a re Luigi XVI e alla Francia. E siccome la corte francese ancora per qualche anno avrebbe dettato moda, la patata raggiunse, al pari di una delle favorite del re influencer, l’agognato successo. Lo speziale ricopriva l’incarico di farmacista nell’esercito francese durante la guerra dei Sette anni e venne catturato dai tedeschi: durante la sua prigionia fu nutrito con le patate. Fu sorpreso dal gusto del tubero e ne valutò le virtù nutrizionali tanto da riuscire a convincere lo stesso re il quale fece emanare un editto sovrano in cui si ordinava agli aristocratici di costringere i loro coloni a coltivare patate. La patata poteva crescere benissimo ed essere molto produttiva anche in terreni aridi e poco fertili e sarebbe stata perfetta in periodi di carestia. Re Luigi XVI la fece inoltre diventare una vera prelibatezza, spesso servita ai banchetti di corte.

 

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