Pillole di Salute: IL LATTE FA MALE? VERITÀ E FALSI MITI SUL CONSUMO DI LATTICINI

il-latte-fa-male-verita-e-falsi-miti

È il primo alimento con cui veniamo a contatto e che ci permette di crescere, ma intorno al latte crescono la diffidenza e i dubbi relativi alla presunta nocività, specialmente riguardo al consumo in età adulta. Recentemente ci siamo occupati delle truffe sul latte in polvere per bambini, questa volta la dottoressa Luisa Zoni dell’Ospedale Bellaria-Maggiore di Bologna ci aiuta a capire se davvero il latte fa male.

Le origini: perché il latte non fa male

La dottoressa Zoni spiega quali siano le ragioni genetiche ancestrali per cui il latte, in genere, non fa male. “Qualsiasi cucciolo di mammifero sopravvive perché chi lo ha messo al mondo lo allatta. Quindi, il cucciolo è in grado di assorbire e digerire questo nutrimento che lo fa crescere, e ciò chiaramente vale anche per l’essere umano. In origine in alcune zone del mondo, finito il periodo dell’allattamento, gli individui perdevano la lattasi, l’enzima necessario per digerire il lattosio. Invece, in altre zone del mondo – in particolare nell’emisfero settentrionale – circa 7-8.000 anni fa si presentò una mutazione genetica che si diffuse, rendendo gradualmente gli esseri umani tolleranti al lattosio anche in età adulta. Gli individui, quindi, mantenevano la presenza dell’enzima che digerisce il lattosio, pertanto il latte non poteva nuocergli.”

“Questo fattore decisivo consentì alle popolazioni che vivevano nella parte settentrionale del mondo di continuare a consumare il latte e i suoi derivati anche da adulti, garantendo una fondamentale fornitura di calcio e vitamina D, che altrimenti non avrebbero potuto assimilare. Pensiamo ad esempio alla popolazioni del Nord Europa, dove non c’era grande disponibilità di altri alimenti ricchi di questi nutrienti indispensabili. Questa è una delle ipotesi più accreditate a livello scientifico, secondo cui in seguito si sarebbero selezionati i soggetti portatori di questa importante caratteristica genetica, originariamente dovuta a una mutazione casuale.”

Tuttavia, sulla popolazione umana la distribuzione di questa peculiarità genetica non è omogenea, ma varia considerevolmente fra le etnie e fra i singoli individui. Nel Nord Europa l’incidenza di intolleranti al lattosio è minima, mentre è molto più alta in Asia e in Africa.

Quando e perché a qualcuno il latte fa male

Innanzitutto, è bene distinguere fra le possibili complicazioni legate all’assunzione di latte. “Possono esserci problematiche diverse relative al consumo di latte. La principale è l’intolleranza al lattosio, lo zucchero naturalmente contenuto nel latte. Oltre a questo, possono esserci allergie alle proteine del latte, un altro tipo di problema paragonabile all’allergia alle proteine delle arachidi, ad esempio. Pertanto, si parla di problemi diversi: la prima che ho citato è una ‘mala digestione’, mentre la seconda è un’allergia. Effettivamente ci sono individui ai quali, per motivi genetici, il latte fa male e perciò devono evitarlo. Chi riesce a consumarlo senza problemi non ha ragioni per eliminarlo dalla propria dieta.”

Oltre alla classica intolleranza al lattosio, la dottoressa Zoni ci ricorda altre situazioni in cui il latte fa male, anche se spesso solo temporaneamente. “Oggi sappiamo che si possono fare test specifici per individuare l’intolleranza al lattosio. Oltre a questa eventualità, però, quando si subiscono interventi sul tratto digestivo si impoverisce la lattasi a livello del tratto digestivo, pertanto la capacità di poter assumere latte senza problemi può ridursi. Tuttavia, nel periodo post-operatorio è sufficiente fare una rieducazione all’utilizzo, e comunque anche per chi perde del tutto la lattasi o resta a lungo senza consumare latticini esistono enzimi artificiali, che possono essere introdotti per limitare questo problema. Detto questo, è rilevante notare che in situazioni di carenza di altri alimenti l’individuo possa alimentarsi con il latte, mantenendo la capacità di digerirlo. Già questo, a mio parere, è indicativo del fatto che il latte di per sé non fa male e non è necessario eliminarlo.”

L’età non conta

Spesso si ritiene che l’avanzare dell’età determini un peggioramento nella capacità di digerire il latte, ma la dottoressa Zoni smentisce senza dubbi questa associazione. “Ci sono molti anziani che cenano con latte e pane, ad esempio. Non è vero che più si è anziani e più il latte fa male. La buona digestione del latte non è legata all’età, bensì all’abitudine nel consumo.”

Questioni ideologiche

La dottoressa Zoni ricorda quanto pesino le questioni etiche e ideologiche quando si dice che il latte fa male o se ne condanna il consumo. “Al di là delle scelte etiche e ideologiche, qualsiasi mammifero nelle prime fasi di vita viene allattato. Diversi animali domestici, inoltre, continuano a utilizzare il latte anche in età adulta”, quindi noi umani non siamo gli unici. “In genere, si tendono a presentare motivazioni e dubbi per giustificare prese di posizione contrarie a priori al consumo di latte, e magari sentiamo ripetere con insistenza che il latte fa male. Ma il latte non fa male, non è un veleno come talvolta viene detto. Anche la storia dei quattro famosi veleni bianchi (sale, zucchero, farina bianca e latte, ndr) è un’esagerazione.”

Il latte non fa male, ma niente eccessi

Come per tutti gli alimenti, anche nel consumo di latte è bene seguire la bussola della moderazione, come puntualizza la dottoressa Zoni: “Quello che è importante – come per l’assunzione di qualsiasi alimento e per ogni forma di nutrizione – è che ci sia varietà, senza eccessi. Questo garantisce l’introduzione di molecole diverse in dosi corrette. Se non ci si abbuffa di determinati alimenti, in genere poi si riesce a tollerare tutto.”
Anche per il latte e i suoi derivati, inoltre, vale la regola qualitativa. Non esagerare nel consumo e preferire latticini di qualità è certamente una scelta consigliabile.

Quanto latte consumiamo

Il consumo di latte in Italia è in calo, e si attesta intorno ai 40 chilogrammi annui pro capite. La flessione interessa anche lo yogurt e il burro, mentre il consumo di formaggi resta stabile. Questo calo nei consumi di latticini non è di facile interpretazione, in quanto imputabile a diverse ragioni. Tra queste, la crisi economica, il passaggio all’acquisto di latte a lunga conservazione e, in misura minore, la conversione verso prodotti di origine vegetale.

Nel mondo, secondo i dati CLAL, si consuma più latte in Ucraina – in generale nei Paesi russofoni – e nei Paesi nordici e anglosassoni. Viceversa, il latte è assai meno utilizzato in Asia, sopratutto per la già citata diffusione dell’intolleranza al lattosio in quel continente.

Fonte:http://www.ilgiornaledelcibo.it/il-latte-fa-male-o-no/?UA-73310-5

firma lella

Loading

Lascia un commento