In vino veritas, storia del vino in Sicilia.

La Sicilia con i suoi vini testimonia la millenaria vocazione della viti-vinicoltura che affonda le proprie radici già in età Greca, quando si diede origine a quel binomio, Sicilia e vini, ormai noto in tutto il mondo. I coloni greci, giunti per primi a Naxos verso il VII-VI sec. A.C. si dedicarono in maniera efficiente alla cultura della vite, dando così inizio alla produzione degli ormai famosi vini siciliani con il tradizionale sistema detto ad “alberello”. Ai Fenici, intrepidi navigatori e mercanti conosciuti, spetta invece il primato della commercializzazione: furono loro i primi a portare in tutte le coste raggiungibili dalle loro navi i vini siciliani facendone uno dei prodotti più importanti degli scambi commerciali di quell’epoca. Il più antico riferimento ai vini commercializzati dai fenici, in ambito Mediterraneo è proprio siciliano ed è relativo ad una iscrizione su un frammento di giara che risale a 1500 anni prima di Cristo che recita: “vino fatto con uva passa nera”. Con i Romani, la vite diventa la coltura principale di tutta la Sicilia e si affermano in questo modo i primi vini siciliani. Il mito di questi vini arrivò anche sulle tavole dei condottieri e dei poeti della Roma repubblicana ed imperiale: é molto conosciuta la predilezione di Giulio Cesare per il Mamertino, prodotto in alcuni comuni della zona tirrenica del messinese, mentre Plinio il Vecchio, noto per la sua competenza in materia, prediligeva il Taormina bianco, prodotto con le antiche uve Catarratto bianco, Carricante, Grillo, Inzolia e Minnella bianca. Gli anni successivi furono caratterizzati  dall’avvicendarsi di culture diverse che portarono ad uno sviluppo a fasi alterne della viticoltura nell’isola, si passò dai Musulmani che annullarono la produzione di vino, ai Normanni che portarono i contadini all’eliminazione delle viti per l’eccessiva tassazione, per arrivare poi agli aragonesi e agli Spagnoli che riportarono l’agricoltura e la coltura della vite sulla via dello sviluppo. Nel corso dei secoli la coltura della vite rimane tra le più importanti e nel 1773 il commerciante inglese John Woodhouse dalle coste occidentali siciliane inviò in Inghilterra 70 barili di vino Marsala, rinforzato con alcool, tale prodotto incontrò l’apprezzamento dei consumatori britannici e verso la fine del ‘700,  Woodhouse aprì in quella zona uno stabilimento, sviluppando in questo modo il commercio con la madre patria. A celebrare lo sviluppo del commercio di questo vino ci pensò Vincenzo Florio che nel 1831, aprì a Marsala uno stabilimento, ancora oggi esistente. Come vini dolci e liquorosi molto noti sono anche la Malvasia delle Lipari, il Moscato di Noto e Siracusa, il Passito di Pantelleria e lo Zibibbo introdotto anch’esso a Pantelleria dai Fenici. La Sicilia è la regione italiana con il più alto patrimonio vitivinicolo di tutta la nazione, tra le province che danno vita ai migliori vini la più attiva è Trapani, seguita da Agrigento e Palermo. Per la produzione dei suoi vini l’isola può contare su un patrimonio di quasi 150 mila ettari di vigneti, il 77% dei quali è coltivato ad uva bianca, mentre il 23% è riservato alla vite a bacca rossa. La coltivazione delle uve bianche si concentra soprattutto nella Sicilia occidentale, in particolar modo nelle zone di Trapani, Palermo e Agrigento. Mentre la coltivazione di quelle a bacca rossa ha luogo perlopiù nella Sicilia orientale. Il colore del vino deriva dal contatto più o meno spinto del mosto con le vinacce che contengono le sostanze coloranti inizialmente presenti nelle bucce degli acini. Per quanto riguarda i vini siciliani prodotti con uve autoctone a bacca bianca, si coltivano qualità come il Carricante, il Cataratto, il Grecanico, il Grillo, l’Inzolia, nota anche con i nomi di Insolia o Ansonica, la Malvasia delle Lipari, il Moscato Bianco, lo Zibibbo e il Moscato d’Alessandria. Tra i vini siciliani prodotti con uve a bacca rossa spiccano il Frappato, il Nerello Cappuccio o Mantelleto, il Nerello Mascalese, il Nero d’Avola o Calabrese e Perricone o Pignatello. Accanto alle autoctone, non mancano le uve internazionali come le uve Chardonnay, Cabernet Sauvignon, Merlot, Muller Thurgau, Pinot Nero e Syrah e varietà italiane come Trebbiano toscano, Sangiovese e Barbera. Il vino siciliano è il frutto di una produzione di grande qualità, diversi vini siciliani possono vantare la Denominazione d’Origine Controllata e Garantita (DOCG), la Denominazione di Origine Controllata (D.O.C) e l’Indicazione Geografica Tipica (IGT). Le condizioni climatiche, ovvero la temperatura mite, la brezza di mare, il sole caldo e acceso, e inoltre, le terre collinose, l’incontro fra le moderne tecniche enologiche ed antichi e nuovi vitigni, insieme alla costanza e all’inventiva delle aziende, hanno permesso di ottenere in questi anni risultati tali da attirare l’attenzione di molti imprenditori italiani ed esteri. In Sicilia, infatti, ancora oggi l’uva rappresenta una delle risorse di maggior rilievo, per qualità e quantità, nel rendere l’isola famosa in tutto il mondo. La nostra terra è in grado di offrire una ampia gamma di vini, adatti a qualsiasi occasione e per tutti i gusti.

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