Pistacchio: tradizione, storia e proprietà benefiche.

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Il pistacchio (dal greco Pistàkion) è una pianta originaria del bacino Mediterraneo (Persia, Turchia), coltivata per i semi, utilizzati per il consumo diretto, in pasticceria e per aromatizzare gli insaccati di carne. Era noto e coltivato dagli antichi ebrei e già allora ritenuto un frutto prezioso. Si riscontra per la prima volta la parola “pistacchio” nell’Antico Testamento, successivamente nella Genesi (origine-nascita del mondo) capitoli 42/43 versetto 11. Ancor oggi, nella parlata dialettale conserviamo i termini “frastuca e frastucara” che stanno ad indicare rispettivamente il frutto e la pianta. Termini derivanti dall’arabo “fristach” e “frastuch”. Naturalmente trattasi di traslitterazione dal momento che il suono della “p” mancando in lingua araba viene reso con la “f” o la “b”. Nel dialetto siciliano dei nonni il termine “frastucata” indicava un dolce a base di pistacchio e “frastuchino” il colore verde pistacchio. Furono gli Arabi, dunque, strappando la Sicilia ai Bizantini, ad incrementare ed a attrezzarsi nella coltivazione del pistacchio che nell’Isola, particolarmente alle pendici dell’Etna, trovò l’habitat naturale per uno sviluppo rigoglioso e peculiare.
Il pistacchio (il frutto) è di color verde vivo sotto una buccia viola. E’ protetto da un guscio sottile e duro. I frutti compaiono in ciclo biennale (ecco il perchè del prezzo alle volte molto alto). La Sicilia, culla da secoli una propria coltivazione di nicchia. I famosi e deliziosi pistacchi di Bronte ed Adrano (alle pendici dell’Etna). Pensate che l’inno di Bronte è dedicato proprio al pistacchio: “Diamanti virdi”. Il pistacchio di Bronte chiamato anche “l’oro verde” presenta caratteristiche peculiari che lo contraddistinguono rispetto al pistacchio coltivato in altre aree siciliane (Caltanissetta o Agrigento) o estere (Medio Oriente, Grecia o California e Argentina). Frutto di alto pregio, è molto apprezzato e richiesto nei mercati europei e giapponesi per le dimensioni e l’intensa colorazione verde. Viene piantano ad una altitudine che va dai 300 ai 750 metri. Le caratteristiche del terreno sono rocciose, calcaree ma anche di origini vulcaniche. L’albero è molto resistente alla siccità. La sua longevità e resistenza, la sua forza di voler sopravvivere a tutte le avversità, addirittura a fruttificare malgrado sia avvinghiato su aride rocce laviche, rispecchiano  molte caratteristiche del popolo brontese. Un popolo che non teme il lavoro e la fatica, che ha sempre lottato per portare a casa il necessario. La raccolta del pistacchio viene fatta a mano, un po’ come le olive, grazie all’ausilio di teloni e reti stesi ai piedi delle piante o, in alcuni casi, anche con l’uso di un ombrello capovolto, avviene negli anni dispari, tra la fine di agosto e gli inizi di settembre. Una volta raccolti i pistacchi vanno privati del mallo e si lasciano riposare al sole per 3-4 giorni. al sole in larghi spiazzi davanti alle case agricole. Si ottiene così il pistacchio in guscio, localmente chiamato Tignosella, conservato dai produttori, in attesa di venderlo, in ambienti bui ed asciutti. I pistacchi possono essere usati in cucina in svariate forme. Sgusciati, pelati o tostati o salati possono dar vita a primi e secondi piatti deliziosi. Ma noi siciliani li usiamo anche in pasticceria per la produzione di creme, gelati e dolci o per realizzare liquori.  I pistacchi contengono numerose proprietà curative e benefiche per la salute.

Colesterolo

Il pistacchio, proprio come gran parte della frutta secca, favorisce l’abbassamento del colesterolo cattivo nel sangue, riducendo il rischio di placche aterosclerotiche e malattie cardiovascolari. Tutto merito dei grassi monoinsaturi.

Ipertensione

I pistacchi contengono arginina, un aminoacido che aiuta a prevenire l’indurimento delle arterie contribuendo a mantenerle resistenti ed elastiche. Azione che tiene sotto controllo il post carico ed evita la pressione alta. Inoltre luteina, beta-carotene e gamma-tocoferolo agiscono da fattori cardioprotettivi.

Cervello

Grazie alla sua composizione ricca di vitamine B, vitamina A, ferro, magnesio e fosforo, il pistacchio è un ricostituente eccezionale del sistema nervoso. Prendete un pugno di pistacchi e fate manina allo stress e la depressione.

Radicali liberi

Vitamina C e Vitamina E + altri polifenoli funzionano come spazzini per intrappolare i radicali (molecole molto reattive) che potrebbero danneggiare proteine, lipidi e dna, componenti delle nostre cellule. Il contenuto di antiossidanti dei pistacchi è maggiore a quello dei mirtilli, delle more e dell’aglio.

Sistema immunitario e tumori

Gli acidi organici e gli isoflavoni rafforzano il sistema immunitario. In particolare alcuni studi hanno messo in luce le importanti proprietà chemopreventive nei confronti del cancro della genisteina, un isoflavone particolarmente presente nella soia e nel pistacchio di Bronte.
Il meccanismo proposto prevede l’inibizione di alcune proteina tirosina-chinasi coinvolte nella trasformazione tumorale, come la chinasi c-Src.
Per l’American Association for Cancer Research Frontiers 20 pistacchi al giorno ridurrebbero il rischio di insorgenza del tumore al polmone (smettere di fumare aiuterebbe di più; come anche il vivere lontano dai centri cittadini).

Infiammazioni, batteri e funghi

Sempre grazie ad i polifenoli di cui il pistacchio è ricco si riescono a tenere a bada le popolazioni batteriche e fungine. Modelli sperimentali hanno altresì dimostrato l’attività antinfiammatoria dei polifenoli.

Mal di denti e disturbi al fegato

La medicina popolare siciliana attribuiva al pistacchio delle proprietà curative nei casi di mal di denti e disturbi al fegato. Purtroppo non saprei spigarvi il perchè.

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