Cambiano le norme sull’etichettatura delle carni: l’agnello adesso ha il suo certificato.

Fra pochi giorni sarà Pasqua, da quest’anno tutte le persone che decideranno di portare in tavola il simbolo pasquale per eccellenza ovvero l’agnello potranno sapere da quale Paese proviene. Dal primo aprile, sono cambiate le norme sull’etichettatura delle carni e per quelle ovine, suine, e caprine (fresche, congelate e refrigerate) è stato introdotto l’obbligo di specificare il luogo in cui l’animale è stato allevato e macellato. Adesso, l’etichetta presente sulle confezioni di carni ovine o anche i cartelli esposti in macelleria per le carni vendute al taglio riporta informazioni utili. L’informazione principale è la denominazione commerciale che indica il tipo di carne che si sta acquistando, ossia specie, taglio e categoria. Oltre alle indicazioni obbligatorie, gli allevatori e i distributori possono inserire nelle etichette altre informazioni in aggiunta, ad esempio sulla provenienza del prodotto e comunicare se si tratta di produzioni a denominazione d’origine. In Europa sono una ventina le carni di agnello che hanno ottenuto il riconoscimento Igp e Dop, di cui tre sono italiane, e sono: l’agnello del Centro Italia Igp, l’abbacchio romano Igp e l’agnello di Sardegna Igp. 

Agnello foto