La polenta

Paese che vai….polenta che trovi.

Si perchè questo piatto si cucina in tutta Italia e ogni regione addirittura ogni paese, ha la sua ricetta,
da noi…Roma e provincia si mangia così:

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Intanto si prepara il sugo che non è proprio veloce, ho lasciato l’incarico a mio figlio di controllarlo nella cottura dopo che sono uscita.

Per 4 persone….. che mangiano tanto:

4 salsicce,
spuntature di maiale in abbondanza,
pomodoro a pezzetti 3 barattoli da 400 gr,
olio 3 cucchiai,
cipolla, carota, peperoncino, sale.

Fare appassire la cipolla, la carota e il peperoncino nell’olio,
aggiungere prima le spuntature e farle rosolare per benino, poi è la volta delle salsicce;
aggiungere il pomodoro, salare e far cuocere per almeno due ore fino a quando la carne della spuntature non si staccherà dall’osso.
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Per la polenta:

400 ml  di acqua per 100 gr di farina di mais, io utilizzo il fioretto,
1600 ml di acqua, più 500 ml da tenere sempre calda, casomai la polenta dovesse risultare troppo densa al proprio gusto.
400 gr di farina di mais,
sale un cucchiaio,
formaggio grattugiato per condire, può essere parmigiano o pecorino, a piacere, o mischiato.

Far bollire l’acqua salata, poco prima che abbia  raggiunto il bollore versare a pioggia la farina affinche’ non faccia grumi, mescolare continuamente, meglio se con una frusta, perchè non attacchi per 40 minuti, questo è il tempo di cottura,
tenere a portata di mano acqua bollente nel caso dovesse risultare una consistenza insoddisfacente, troppo densa, meglio dover aggiungere acqua piuttosto che farina che non avrebbe il tempo necessario per cuocere.

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Passato questo tempo e cadute le braccia 🙂 si preparano i piatti, possibilmente scifette di legno,
si versa la polenta e si “allarga” con il mestolo,si condisce con il sugo aggiungendo ad ogni piatto la salsiccia e le spuntature, una bella spolverata di formaggio grattugiato e… buon appetito.

Quando ero bambina la polenta significava festa, eravamo tanti e la polenta veniva versata sulla scifa, una sorta di spianatoia con i bordi, condita e la carne tutta al centro; ognuno aveva la sua “parte” e seguendo un percorso, senza sconfinare, arrivava alla carne.

Con la polenta non si beve acqua…dicono.

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