Per un punto Martin perse la cappa

E’ un’espressione proverbiale che vuol significare che, a volte, anche piccoli errori, causati da una disattenzione, possono avere conseguenze molto gravi, provocando il fallimento di un progetto tanto meditato e desiderato.
L’origine di questa frase risale al medioevo e deriva da un aneddoto che narra la disavventura capitata a Martino, abate dell’abbazia di Asello, che decise di apporre sul portale principale del suo monastero un cartello di benvenuto che recitasse: “Porta patens esto. Nulli claudatur honesto”, ovvero “La porta sia aperta. A nessuna persona onesta sia chiusa”.
L’incisore (o, in altre versioni, forse lo stesso abate), sbagliò la punteggiatura e mise il punto dopo la parola nulli anziché dopo esto.
Il messaggio divenne così: “Porta patens esto nulli. Claudatur honesto” ossia “La porta non sia aperta a nessuno. Sia chiusa alle persone oneste”.
Per l’errore commesso, Martino venne sollevato dalla carica di abate, perdendo così la cappa, cioè il mantello, che di tale dignità era simbolo.

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