La sua origine è molto antica, anche se fu ufficialmente codificato solo nella seconda metà del XVI secolo.
Alcune delle specie spontanee, all’inizio, furono coltivate come ortaggi, perché le radici carnose, hanno un sapore gradevolmente dolciastro.
Sin dall’antichità, le foglie e i fiori sono stati usati nella medicina popolare per preparare collutori contro le infiammazioni della bocca e della gola, grazie al benefico effetto che le sostanze resinose esercitano sui tessuti.
Sto parlando di lei…
La Campanula
Il nome campanula è dovuto alla forma del fiore che richiama quella di una piccola campana.
Come piante d’ornamento nei giardini, le campanule cominciarono a essere coltivate dalla seconda metà del XVI secolo. In Francia, fu introdotta nel 1774. In Scozia arrivò qualche anno dopo esser stata portata in Inghilterra ed è chiamata “Old man bell”, cioè “campanella del demonio”.
La campanula si trova quasi esclusivamente nelle regioni temperate e subtropicali dell’emisfero boreale, nelle montagne dell’Europa, dell’Asia Minore e nel bacino Mediterraneo.
Ha una vegetazione di colore verde brillante, che si sviluppa creando un tappeto all’inizio della stagione estiva e si ricopre di gradevoli fiori dalle corolle azzurro pallido.
Esistono varietà anche dai fiori bianchi,
porpora, rosa, blu violetto.
Nel linguaggio dei fiori, la campanula ha due diversi significati; nei Paesi del nord Europa, ha un significato poco piacevole, perché definita la campana dei morti.
Secondo antiche leggende, infatti, chi sente il tintinnio di una campanula, è destinato a morire in breve tempo.
Nell’area mediterranea, è considerata, invece, il simbolo della speranza e della perseveranza, significato dovuto al fatto che riesce a crescere in luoghi impervi
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