Il #CarbonaraDay

Per i puristi italiani esiste solo una maniera per farla e 5 ingredienti: guanciale, pecorino, uovo, sale e pepe. I più innovatori invece credono che essendo la pasta un piatto versatile, non debbano esserci limiti all’interpretazione culinaria di questa ricetta.
Sto parlando di una tra le ricette più amate di cui oggi, 6 Aprile, si celebra l’evento che unisce appassionati e buongustai di tutto il mondo: il Carbonara Day!
La prima edizione dell’evento voluto dai pastai italiani di Aidepi (Associazione delle industrie del dolce e della pasta italiane) e Ipo (International Pasta Organisation),quest’anno in collaborazione con Tuttofood, nel 2017 è stata un caso social: ha coinvolto 83 milioni di “pasta lovers”, e in 29 mila si sono scambiati sui social opinioni e ricette su quello che è ormai considerato un piatto internazionale.
Per questo è stato promosso l’hastag #carbonaraday, evento virtuale che vede coinvolti in un dibattito blogger, giornalisti, food influencer e chef.

 

 

#UnPo’DiStoria : Carbonara le origini…

La pasta alla carbonara è una delle ricette italiane più famose al mondo. E, come spesso accade per le “invenzioni” più famose, anche in questo caso sono
sorte nel tempo diverse leggende sulle sue origini. Sebbene la carbonara sia una preparazione relativamente recente, infatti, le ipotesi sulla sua
invenzione sono spesso contraddittorie.
Vi sono varie ipotesi sulle origini della pasta alla carbonara:
secondo la prima,la sua nascita risiederebbe nella ‘Razione K’ che Ancel Keys, biologo e fisiologo statunitense, inventò nel 1942, durante la seconda guerra mondiale, per garantire una dieta adeguata alle truppe alleate. I soldati americani accompagnavano la ‘Razione K’, nello specifico il tuorlo d’uovo in polvere e il bacon con gli spaghetti per aumentare la dose di carboidrati aggiungendovi anche pepe e formaggio per
esaltarne il sapore.
Con il tempo il bacon fu sostituito dal guanciale.
Utilizzata nel tempo come condimento per la pasta, questa ricetta sarebbe
diventata definitivamente la carbonara come la conosciamo oggi


La seconda ipotesi è che il piatto sarebbe stato “inventato” dai carbonai appenninici (carbonari in romanesco), i quali lo preparavano usando ingredienti di facile reperibilità e conservazione. La carbonara in questo caso sarebbe l’evoluzione del piatto detto ‘cacio e ova’,(formaggio e uova) di origini laziali e abruzzesi
di cui si cibavano i carbonari quando andavano nei boschi a fare il carbone.

 

Un’ultima ipotesi ricondurrebbe l‘origine della ricetta alla cucina napoletana. Questa tesi individua in alcune ricette presenti nel trattato del 1837 Cucina teorico-pratica di Ippolito Cavalcanti una possibile origine della pietanza.

 

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Ma perchè si chiama “carbonara?”

Invenzione di un cuoco di Carbonia, in Sardegna, trasferitosi a Roma? Modo di condire la pasta tipico dei carbonai dei boschi umbri o degli affiliati alla segreta carboneria?
O magari quel carbone si riferisce all’abbondante pepe nero macinato
che dovrebbe annerire la pasta al punto da farla sembrare ricoperta dalla polvere di carbone delle miniere?

 

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Una cosa è certa:non c’è nessuna ricetta che accende così tanto la passione culinaria degli italiani come la pasta alla carbonara!

 

Gli errori da non fare

 

 

Il guanciale?
Preferiamolo sempre, laddove possibile, ma non disperiamoci se ogni tanto capita di utilizzare la pancetta stesa al suo posto.
A seguire abbiamo l’uovo: meglio utilizzare solo il tuorlo ma non è un delitto aggiungere un po’ di albume.
La cosa da evitare è farlo diventare una frittata cuocendolo in padella.
Ma veniamo agli errori più “gravi”:
il primo è sostituire il pecorino con il parmigiano. La tradizione della carbonara nasce tra Lazio e Abruzzo e qui di casa è il pecorino.
Ma l’errore più diffuso fuori dai nostri confini, è quello di aggiungere la panna.
Questo ingrediente non fa altro che aumentare l’untuosità della carbonara, oltre che appiattirne il gusto. Infine vanno evitati aglio e cipolla, un’aggiunta inutile perché la carbonara è piatto già dai sapori forte.
Alle rivisitazioni, più o meno lecite, si aggiungono poi i gusti personali e le abitudini familiari che riguadano il formato di pasta da utilizzare. Meglio corta o lunga? Diciamo subito che vanno bene entrambe: spaghetti, il romanissimo rigatone,ma anche le mezze maniche.

 

 

Carbonara #DiTuttoDiPiù

Al di fuori dell’Italia poi avvengono le interpretazioni più fantasiose: in Francia e Germania, ad esempio, sono in vendita addirittura preparati liofilizzati al gusto di carbonara.
In Inghilterra l’uovo è sostituito dalla besciamella, mentre in Giappone solitamente viene aggiunta la panna e tolto il pecorino.
Infine c’ è chi sostiene, è il caso del giornalista americano Adam Gopnik del New Yorker,che non bisogna mettere dei paletti imposti dalla tradizione ma cucinare in un contesto di “mancanza” di ingredienti proprio per stimolare la creatività.

 

VIVA LA CARBONARA 

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