Cugino del candito panettone il pandoro “assoluto” proprio non se ne scende. C’è chi lo spalma di crema al cioccolato, chi lo imbottisce di crema al mascarpone, chi lo inzuppa nel latte e chi ne prende solo mezza fetta, la parte di sopra ovviamente; ma qualcuno che ne mangi una fetta intera con cupidigia, ancora li dobbiamo trovare.

Ed intanto il pandoro rimane lì, in un angolo, tutto solo soletto, ed ogni tanto scatta la frase: “Vuoi una fetta di pandoro? Si deve mangiare”.

E così il pandoro inizia a vivere con te, diventa quasi uno di famiglia, la mattina ti alzi, lo guardi, e siccome non bevi latte e quindi non puoi inzupparcelo dentro, gli dici: “Buongiorno“.

Esci di casa augurandogli buona giornata e quando rientri la sera gli racconti i tuoi problemi. Intanto il tempo passa fino ad arrivare a febbraio, marzo …

Si avvicina la Pasqua e lui è ancora lì nel suo scatolo, un po’ ammaccato, che ti guarda chiedendoti: “Lasciami andare” ed è allora che capisci che è cresciuto e che deve iniziare a camminare sulle proprie gambe.

Perciò apri la finestra e lo poggi sul davanzale, la scatola si apre e lui vola via trasformandosi in una colomba pasquale che rientra dalla finestra e che probabilmente rimarrà con te fino a Natale!

Scherzi a parte, quest’anno abbiamo trovato un modo per evitare che il pandoro si trasformi in colomba.

 Procedimento:

Prendete il pandoro e frullatelo, aggiungete della panna liquida (quella da montare per intenderci), un goccio di rum e otterrete così un impasto.

Create delle palline e lasciatele rotolare nel cacao in polvere amaro.

Avete ottenuto così dei tartufi al pandoro che vi assicuro non arriveranno a Pasqua, probabilmente non arriveranno nemmeno al giorno dopo!

p.s. In alternativa al pandoro si può usare un panettone o una colomba pasquale.